Frana sui calanchi, Calderino in allerta

Il movimento segnalato da alcuni escursionisti, monitoraggio della Protezione civile. La sindaca Cinti: "Per ora nessun pericolo"

Migration

Allarme frana sulla cresta dei calanchi sopra il centro abitato di Calderino, capoluogo di Monte San Pietro. Da domenica mattina Protezione civile, vigili del fuoco, polizia locale e tecnici regionali si sono succeduti nel monitoraggio di uno smottamento che dalla superficie appare di modesta dimensione, ma che ha destato allarme nelle autorità e nei residenti che ricordano bene la frana scesa dallo stesso versante che otto anni fa provocò lo sgombero di sei famiglie da una palazzina nel cortile interno di una residenza di via Lavino.

Il movimento di terra e sassi segnalato alla Protezione civile domenica mattina da un escursionista che percorreva il versante dalla parte opposta del Lavino, si trova sulla parte alta del fronte delimitato dalla via 2 agosto. Qui da due giorni si succedono le squadre di tecnici ed appartenenti alla Protezione civile dell’Unione Reno Lavino Samoggia e della Regione. "Dalle prime osservazioni pare che questa frana non rappresenti un pericolo, si muove molto lentamente e viene controllata in tempo reale sia nella traiettoria che nella velocità – informa la sindaca Monica Cinti –. Siamo nella zona sommitale dei calanchi e quindi è necessario prestare la massima attenzione ai segnali che dà il movimento franoso". A valle di questo calanco nel 2014 a seguito di forti precipitazioni una colata di fango che invase il cortile e raggiunse il livello delle finestre di una palazzina abitata da sei famiglie. Col timore che dal giardino sepolto di acqua e detriti arrivasse presto o tardi a destabilizzare la struttura sotto la spinta di tonnellate di terreno argilloso. Due anni fa, con fondi Cipe transitati dalla Città Metropolitana, fu fatta un’opera di consolidamento di quel tratto di calanco che incombe sul centro abitato del capoluogo di Monte San Pietro. L’area di intervento è particolarmente fragile dal punto di vista idraulico e idrogeologico, così è stato necessario fare lavori per ridurre la pendenza dei canaloni con la realizzazione di terre armate accoppiate a stuoie antierosive e drenanti.

"Si tratta di calanchi che hanno manifestato problemi storici e che si estendono su terreni privati. Non ci sono pericoli o minacce a infrastrutture pubbliche e neppure ad abitazioni. Ma serve la massima prudenza – aggiunge la Cinti –. Quell’intervento di due anni e mezzo fa è stato limitato a quella porzione di frana che creò problemi intorno a villa Francia. Ad ora non ci sono ordinanze o provvedimenti. Dobbiamo comunque garantire la sicurezza dell’area".

Gabriele Mignardi

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro