Bologna, suicida dopo la morte del padre. Il mistero delle lettere di Francesco Masetti

Primi risultati degli esami: tracce di psicofarmaci nel corpo di Antonino Masetti

Antonino e Francesco Masetti insieme durante una vacanza: il 38enne era indagato per la morte del padre

Antonino e Francesco Masetti insieme durante una vacanza: il 38enne era indagato per la morte del padre

Bologna, 24 novembre 2018 - Un primo esito, seppur parziale, dell’esame tossicologico effettuato sul corpo di Antonino Masetti è arrivato. E rivelerebbe una massiccia dose di benzodiazepine nel corpo del settantenne, morto il 4 novembre scorso nella sua casa di Zola. Una morte sospetta, per cui era indagato il figlio Francesco, 38 anni, morto mercoledì pomeriggio, dopo essersi schiantato contro un tir. Un primo riscontro, incompleto, sulla presenza della molecola alla base degli psicofarmaci, tuttavia, non basterebbe a chiarire se, effettivamente, l’uomo sia stato avvelenato. A casa del settantenne, durante la perquisizione del 9 novembre, era stata trovata dal Nas soltanto una fiala, scaduta nel 2016, di Diazepam. Certamente non sufficiente a uccidere un uomo.

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Quello stesso giorno, mentre i carabinieri cercavano tracce di farmaci in casa, Francesco aveva scritto una serie di lettere, indirizzate alla ex fidanzata, al suo avvocato Alessandro Veronesi e ad alcuni amici. Ciascuna scritta su una pagina di un quadernone che, ieri, è arrivato, in un secondo plico, nello studio del legale. In realtà il pacco era destinato alla ragazza, in Finlandia. Ma lei non lo ha accettato, rispedendolo all’avvocato. Dentro, oltre al quaderno, c’erano: un telefonino nuovo, utilizzato per pochissimo tempo dal trentottenne; la cartella clinica relativa al ricovero, datato 26 settembre, di Antonino Masetti; un plico con le indicazioni relative a un conto tedesco, con pin e codici, oltre a indicazioni su movimenti bancari da fare; un altro testamento. Tutto posto sotto sequestro dalla polizia stradale di Parma che indaga sulla morte del trentottenne.

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Nelle lettere, Masetti si dichiarava, ancora, innocente. E diceva di sentirsi vittima di un complotto diabolico, ordito ai suoi danni. Quello di ieri è il secondo pacco arrivato in questi giorni all’avvocato Veronesi: nel primo c’erano un mazzo di chiavi, un paio di bancomat, un’altra lettera e un altro testamento. Dove il trentottenne lasciava la sua cospicua eredità, si parla di 2 milioni di euro, al 70 per cento alla ex fidanzata, mentre la quota restante a due amici stranieri. L’arrivo dei pacchi era stato anticipato con due sms, inviati mercoledì mattina al legale e alla ragazza. Nei messaggi Francesco annunciava anche la volontà di farla finita, dicendo che avrebbe presto raggiunto i genitori. L’indagine che vedeva il trentottenne indagato per omicidio volontario, del pm Antonello Gustapane, verrà chiusa per morte del reo. Era scaturita da un esposto presentato il 6 novembre da una nipote di Antonino, che aveva insinuato dei dubbi sul ruolo avuto da Francesco nel decesso del padre.

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