PIERFRANCESCO PACODA
Cronaca

Franco Cardini: "Grandi Imperi, bivi della storia"

Il docente oggi ospite in San Petronio all’interno della rassegna con Zuppi e Dionigi.

Franco Cardini, storico medievista, ospite stasera nella basilica

Franco Cardini, storico medievista, ospite stasera nella basilica

È una idea mutevole che attraversa la storia delle grandi civiltà senza essere cristallizzata nel significato, quella dell’Impero. Una definizione di una entità geografica e politica, che racchiude anche il senso di una direzione, un fine ultimo, che assume caratteristiche sia secolari che religiose. Tema intorno al quale gravita il ciclo di incontri, titolo, appunto, ‘Imperi’, ospitati dalla basilica di San Petronio (ore 21 ingresso libero), introdotti da un saluto del cardinale Matteo Zuppi, che ne è l’ispiratore, mentre la cura è di Ivano Donigi. Stasera l’appuntamento è con Franco Cardini, che parlerà di ’Respublica Christiana. Culture imperiali nel lungo Medio Evo’. Le letture sono di Elena Bucci.

Prof. Cardini, iniziamo col dire che spesso si confondono gli ‘imperi’ con gli ‘imperialismi’. "Succede sin troppo spesso, che il significato delle due parole venga sovrapposto. Non è così. Basti pensare a uno dei testi più celebri sul tema, ‘L’imperialismo, fase suprema del capitalismo’ di Lenin, pubblicato nel 1917. L’imperialismo è una forma di governo totalitaria, colonialista, che si impone, con l’obiettivo di cancellare del tutto le singole identità dei territori che lo riguardano. Nell’impero, il senso invece della comunità, e anche del rispetto delle differenze, permane. Non è necessariamente un obiettivo, almeno sulla carta, degli imperi, azzerare le diversità, le tradizioni di chi ne fa parte".

Due termini teoricamente affini, ma differenti."Sì, oggi tendiamo a banalizzare le parole, non solo a confonderne il significato. Pensiamo a tutte le volte che vediamo affiancata l’espressione ‘impero’, ad altre in frasi come , faccio solo un esempio, ‘l’impero della moda’, l’impero dei sensi’. Ovviamente l’impero è altro, non è solo una maniera per definire una grande potenza. Pensiamo all’Impero romano. È una forma di governo che ha il diritto di esercitare il potere, non lo usurpa, emana norme che assicurano la giustizia e mette in campo gli strumenti per farle osservare. L’imperatore otteneva dal Senato e dal popolo l’autorità per rendere le leggi esecutive".

Non solo puro esercizio del potere, quindi."Assolutamente. L’impero cercava di garantire, una volta ottenuta la sottomissione dei popoli che ne venivano inclusi, attraverso una negoziazione, la possibilità di conservare almeno in parte i propri usi e le proprie caratteristiche. L’imperatore di Roma era interessato ad assicurare che, certo non completamente, le diversità venissero salvaguardate, consapevole che queste fossero un arricchimento".

La sua conversazione si soffermerà, in particolare, sul rapporto tra sacralità e potere."Racconterò le traiettorie attraverso quali il concetto di ‘impero’ si è sviluppato in Europa, ripercorrendo quelle trasformazioni che, nel corso delle epoche hanno portato allo sviluppo di due modelli. Uno, quello occidentale, è stato al centro di un deciso processo di secolarizzazione; l’altro, quello orientale, è andato nella direzione del mantenimento di una precisa identità religiosa. Un grande bivio della storia, il cui riflesso condiziona in modo determinante la nostra quotidianità".