Franzoni, domiciliari da rivedere perché i figli sono grandi. Pg Appello: "E' ancora pericolosa"

Depositate le motivazioni della decisione della Cassazione. Per la Procura generale di secondo grado la donna, condannata per il delitto di Cogne, “manifesta sentimenti esibizionistici e narcisismo”

Annamaria Franzoni

Annamaria Franzoni

Bologna, 27 febbraio 2015 – Non è pericolosa, ma potrebbe non avere più diritto a godere della detenzione domiciliare. Questo, in sintesi, il parere della Corte di Cassazione, che ha depositato le motivazioni della decisione con la quale ha rimandato al vaglio della magistratura di sorveglianza il regime detentivo a cui sottoporre Anna Maria Franzoni.

Il punto è semplice. Secondo le norme, una detenuta che abbia scontato più di un terzo della pena può essere mandata ai domiciliari qualora abbia un figlio di età inferiore ai 10 anni. Ma il figlio minore della Franzoni ormai ne ha dodiciQuindi i giudici di Bologna devono ora valutare se ci sono le condizioni affinché la donna, condannata a 16 anni di carcere per aver ucciso il figlioletto Samuele il 30 gennaio 2002 a Cogne, ottenga la 'proroga' dei domiciliari che, però, richiede, in base alle regole dell'ordinamento penitenziario, che sia stata scontata almeno la metà della condanna e non solo un terzo come nel caso di detenute con figli con meno di dieci anni.

“Il legislatore - spiega la Cassazione nella sentenza 8860 - ha articolato un doppio regime normativo, l'uno per regolare l'ipotesi di figli di età inferiore a dieci anni, l'altro per regolare l'ipotesi di figli di età superiore, differenziazione del tutto logica, perché finalizzata a contemperare le esigenze perseguite dalla legge con quelle di non eludere del tutto la pretesa punitiva dello Stato e le finalità proprie della espiazione della pena”.

Per questo motivo, senza accogliere le obiezioni avanzate nel ricorso dalla Procura generale della Corte di Appello di Bologna (“la Franzoni è ancora pericolosa secondo quanto emerso dalle relazioni in atti in quanto manifesta sentimenti esibizionistici e bisogni di centralità, narcisismo, in realtà non compatibili con la capacità di provvedere alla cura ed all'assistenza dei figli”), obiezioni che non sono state condivise dai supremi giudici, la Cassazione ha annullato il via libera alla detenzione domiciliare e rinviato “per nuovo esame al Tribunale di sorveglianza”.

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