
Galeazzo Bignami oggi guida i deputati di Fratelli d’Italia; fino allo scorso dicembre è stato viceministro delle Infrastrutture
Bologna, 5 febbraio 2025 – Il governo blocca il Passante? "Un’accusa pretestuosa", scandisce Galeazzo Bignami, capogruppo di FdI alla Camera e già viceministro alle Infrastrutture da inizio legislatura fino allo scorso dicembre. "Non è certo l’esecutivo a boicottare l’opera, ma il centrosinistra. E non da oggi, visto che è dal lontano 1990 che non trovano la quadra al loro interno", sottolinea il numero uno dei meloniani a Montecitorio.
Resta il fatto che manca solo l’ok del ministero dei trasporti al Piano economico finanziario da 36 miliardi di Autostrade, dentro il quale c’è anche il Passante. La scadenza era fissata al 31 dicembre e per ora del via libera non se ne vede traccia: significa che l’opera è a rischio?
"Non credo. Dipende solo se gli enti locali continueranno a menare il can per l’aia o meno..."
Ma quindi FdI è favorevole a realizzarlo questo Passante?
"Per noi di Fratelli d’Italia il Passante va sicuramente messo nel Pef e realizzato. Ma non quello di Mezzo di cui si parla in questi giorni, bensì il Passante Sud. Il Passante attuale non è la risposta che serve, ma solo un palliativo che sposta i problemi più avanti di qualche anno: bisogna chiudere l’anello autostradale a Sud, sotto la collina prevedendo anche una bretella di ingresso all’altezza della Staveco, per rendere accessibile l’infrastruttura pure da Bologna città. Con il Passante Sud ci sarebbe minore consumo di suolo, filtraggio dell’aria e minore impatto ambientale di quello che ci si immagini".
Ma anche costi non indifferenti, per ‘bucare’ la collina...
"I costi sono ormai esplosi già per la versione attuale dell’opera: oggi con i 1,5 miliardi previsti dieci anni fa per tutta l’infrastruttura si realizza a mala pena metà del Passante...".
Fare il Passante Sud significherebbe però ripartire da capo sotto ogni aspetto, e gli enti locali sono compatti a favore dell’opera attualmente in campo: è così?
"Se il Passante di Mezzo fosse una partita chiusa e finita ce ne faremmo una ragione, ma le parole di de Pascale dette ieri (lunedì; ndr) dopo l’incontro con il ministro Salvini fanno capire che il treno non è passato, e che dunque l’opera si può ridiscutere. Se il Pd vuole veramente realizzare il Passante nella sua forma attuale si muova a livello europeo per sbloccare le due possibili soluzioni di finanziamento (la proroga della concessione ad Autostrade al 2038 o il cosiddetto ‘valore di subentro’; ndr), altrimenti continua solo a fare quello che ha fatto negli ultimi 35 anni, ovvero parlare del progetto senza mai avere la volontà politica di realizzarlo sul serio".
I cantieri del Passante si intersecano con quelli del tram all’altezza dello svincolo di via San Donato, ossia all’uscita 9: dunque, senza il Passante i lavori del tram sono fermi o addirittura da riprogettare quasi ex novo. Anche per questo c’è chi di accusa il centrodestra a Roma di voler boicottare il Passante. È questa la vera posta in palio, alla fine?
"Anche queste sono accuse pretestuose. La verità è che l’amministrazione non ha mai pensato a una sincronizzazione tra i tempi delle due opere, cosa che venne rilevata già quando mi ero insediato come viceministro alle Infrastrutture nel 2022. Anzi, all’epoca gli enti locali fecero una conferenza stampa per sbandierare che i cantieri erano partiti e dunque il governo non poteva più fermarli. Ora tutti i nodi di questa opera stanno venendo al pettine".
Se i cantieri della Linea rossa non saranno conclusi entro la metà del 2026, Palazzo d’Accursio dovrà ridare indietro i fondi del Pnrr?
"Così dice la legge".