Due fratelli aggrediti da due distinte ’gang’ di minorenni, a distanza di cinque mesi l’uno dall’altro, in zone diverse della città. E ora, per loro e i loro amici, restano la frustrazione, il senso di impotenza e la paura di uscire di casa alla sera.
La prima aggressione risale allo scorso aprile. Piazza San Francesco. Un branco ragazzini, una quindicina secondo quanto ricostruito dalla vittima, avvicina l’adolescente, 17 anni, e i suoi tre amici coetanei. Sono sconosciuti, gli aggressori hanno più o meno la loro età, forse un paio d’anni in meno, la maggior parte pare straniera. Scatta l’aggressione: un pugno in faccia del diciassettenne, che gli cosa un naso gonfio guarito in dieci giorni, poi la rapina di scarpe e felpa. E il giovane, sebbene alto quasi un metro e novanta ed esperto di karate, sceglie di non reagire, per principio e perché la sfida sarebbe numericamente impari. Sull’episodio sono al lavoro le forze dell’ordine. Ma un altro, tragicamente simile, risale ad appena due weekend fa.
Questa volta siamo tra via Irnerio e piazza VIII Agosto. Il fratello minore del diciassettenne, che ha 15 anni, è a passeggio con alcuni amici. Sono circa le 18.30, in strada c’è ancora luce. A un tratto, all’orizzonte si staglia un gruppo di una decina di ragazzini, descritti come adolescenti e nordafricani. Con loro hanno anche un cane di razza pitbull. Subito l’adolescente, memore di quanto accaduto pochi mesi prima al fratello, si innervosisce e invita gli amici ad allontanarsi; lui per primo si rifugia in un bar in via limitrofa. I compagni però non lo seguono e attendono che l’altro gruppo li raggiunga. I nuovi arrivati iniziano allora a provocarli, a prenderli in giro. "Stasera abbiamo trovato da mangiare", dice uno di questi al pitbull. Poi, partono gli spintoni e gli schiaffi, finché anche il resto degli amici del quindicenne è messo in fuga e trova riparo in un locale di via Alessandrini. Da qui i giovanissimi, scossi, chiamano la polizia.
"Nessuno li ha soccorsi – racconta la zia dei due fratelli – e ora hanno paura. Non vanno più in centro da soli, e neppure i loro amici. Non è giusto: ormai ci sono zone della città interdette ai cittadini ’normali’, cioè le persone che non cercano guai e sono intimidite da questi ragazzi. I quali se ne approfittano. La situazione mi pare fuori controllo e non vedo soluzioni in arrivo. Il sindaco non ci sta vicino; mi sono rivolta ad altri consiglieri comunali per capire se si può fare qualcosa per mettere un freno a tutto questo".
Federica Orlandi