Bologna, 11 agosto 2024 – Una folla composta di persone è arrivata questa mattina in Certosa, dove è stata allestita la camera ardente, terminata poi alle 11, per l’ultimo saluto a Fallou Sall. Il sedicenne è stata ucciso con una coltellata al cuore al termine di una lite tra giovanissimi mercoledì scorso in via Piave. Un omicidio per cui è stato fermato e ora si trova nel carcere minorile del Pratello un suo coetaneo.
In Certosa è stato un via vai continuo di persone, soprattutto amici, compagni di scuola del Bellini e della squadra di football americano della Doves Bologna di cui il ragazzo faceva parte. Il silenzio è stato spezzato solo dal pianto di chi gli voleva bene: nonna Loredana ha accarezzato il nipote, lo sguardo perso, incredulo. Papà Mao e mamma Danila hanno abbracciato i presenti. Tra loro anche l’amico ferito nella rissa e presente per l’ultimo saluto. Vicino alla foto di Fallou le frasi tratte dal testo de ‘La libertà’ di Gaber. Al termine della camera ardente, il rito funebre è continuato nel cimitero di Borgo Panigale.
Il sindaco si dice convinto che "tutti i ragazzi che abbiamo visto oggi e i tanti ragazzi delle scuole che hanno saputo dell'accaduto, già i primi giorni di scuola sicuramente parleranno di questo. Li invito a parlare, coi loro insegnanti e i loro amici. Non cercare la vendetta, ma semmai la vita di tutti gli altri ragazzi che sono qua con noi".
Alla morte di Fallou "non ne deve seguire un'altra. Non dobbiamo perdere neanche un altro ragazzo". A dirlo è il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, questa mattina al termine del rito funebre del 16enne accoltellato da un coetaneo la settimana scorsa in via Piave.
Applauso per Fallou Sall all'uscita del feretro dalla camera ardente allestita oggi in Certosa. Impossibile non notare una certa tensione nell'aria, testimonianza anche dal fatto che alcuni dei ragazzi presenti hanno dimostrato di non gradire le telecamere.
Tantissimi i ragazzi, tutti vestiti con t-shirt e pantaloni neri. Qualcuno ha portato una rosa bianca, altri piccoli mazzi di fiori. Riservati e chiusi sul proprio dolore. Molti erano compagni di scuola, ma non solo. Tante le corone di fiori, una dell'istituto scolastico che il sedicenne frequentava e un'altra con la scritta 'Fratelli per sempre'. Il biglietto con la foto di Fallou reca dietro la scritta 'Pace e amore per tutti' sotto il disegno di una grande ala d'angelo'.
Il carro funebre è arrivato da poco al cimitero di Borgo Panigale dove a breve avranno inizio i funerali. Presenti anche il sindaco Matteo Lepore e il questore Antonio Sbordone e la vice sindaca di Modena, Francesca Maletti. A breve prenderà avvio una processione fino al reparto islamico del cimitero.
Yassine Lafram: "I nostri imam e le guide religiose stanno facendo un lavoro importante in moschee e centri culturali islamici in termini di prevenzione - aggiunge fuori dalla Certosa -. Sappiamo che c'è un problema che affrontano tutte le famiglie, conflitti generazionali, gli imam cercano di avvicinare i ragazzi alle famiglie facendo capire l'importanza della vita e il valore della sacralità della vita ma c'è un vuoto valoriale che va colmato e non serve solo l'intervento delle famiglie ma anche quello di scuole e istituzioni".
Alle 11 la camera ardente è terminata e il carro funebre è partito verso il cimitero di Borgo Panigale dove, in processione, verrà raggiunta da parenti e amici, la parte islamica.
Il presidente Ucoii: "Ho voluto sentire le parole del padre, della madre e di tutti i parenti ed erano parole più che eloquenti. Dicevano: “Fallou non c’è più, ma oggi serve parlare ai giovani, che la morte di nostro figlio sia una lezione per tutti loro perché vediamo che c’è una disattenzione da parte dei ragazzi su ciò che davvero conta nella vita”. La famiglia è molto consapevole della problematica e la loro reazione è stata anche propositiva. Questo mi ha fatto davvero percepire non solo il dolore ma il senso di voler salvare qualcuno". qualcuno”.
Lafram (presidente Ucoii): "Dobbiamo riflettere tanto su quella che è la nostra generazione di adolescenti che sta crescendo. Ci sono delle grosse problematiche e criticità che non possiamo far finta di non vedere. Bisogna affrontare davvero la violenza dei giovani con interventi che possano davvero lavorare sulla prevenzione partendo dalle scuole. Ieri sono stato a casa della famiglia di Fallou, ho passato un po’ di ore con loro".
“La fine della vita di Fallou - così Yassine Lafram, presentente nazionale dell’Ucoii - ha segnato l’inizio di un incubo per la famiglia, la città, la comunità islamica e quella senegalese. C’è grande dolore perché davvero parliamo di una violenza gratuita che non solo ha tolto la vita a un ragazzo ma ha praticamente segnato una tragedia per tutti noi".
Tantissimi i ragazzi, tutti vestiti con t-shirt e pantaloni neri. Qualcuno porta una rosa bianca, altri piccoli mazzi di fiori. Riservati e chiusi sul proprio dolore. Molti erano compagni di scuola, ma non solo.
Fallou vestito con i paramenti islamici. Tra le tante corone di fiori, quella del Belluzzi (la scuola che frequentava) e quella del Comune.
L’assessore ha poi parlato della situazione all’interno delle scuole: “I servizi del Comune - continua - sono in contatto costante con le scuole. Questo malessere è segnalato da anni e si è aggravato ancora di più dopo il Covid che ha creato per molti adolescenti una frattura nella capacità di relazionarsi con gli altri molto grave. Noi come adulti dobbiamo fare una grande alleanza, sia tra di noi che con i nostri ragazzi perché vanno colti dei segnali”.
“L’Amministrazione in questi giorni - dice l’assessore alla Scuola, Daniele Ara, presente alla camera ardente - è molto vicina alla famiglia, alla comunità scolastica e ai ragazzi e alle ragazze che hanno abbracciato i parenti dopo questa immagine tragedia. Qua si vedrà la Bologna di oggi e quella di domani. Da questo grande lutto, che è difficile per tutta la nostra comunità, dobbiamo trarre un insegnamento. Nella memoria di Fallou dobbiamo ragionare molto sulla distanza che in questa fase della nostra storia esiste tra le persone, tra le generazioni, l’incapacità di dialogare e affrontare i nostri conflitti in maniera umana e civile. Se non ripartiamo dai nostri ragazzi, sarà difficile affrontare il presente e il futuro”.
Presente anche l’altro ragazzo ferito nella rissa, il diciassettenne bengalese dimesso dall’ospedale con 10 giorni di prognosi.
“È il più buono, e il più bello del mondo”. Lo dice tra le lacrime il nonno di Fallou, mentre abbraccia i ragazzi che via via si avvicinano per salutarlo. “Stai qui con me, non te ne andare. Mi ricordi tanto Fallou”, dice a un amico del nipote mentre lo stringe forte a sé.
“È una tragedia che ha distrutto due famiglie” dicono alcune persone fuori dalla camera ardente. “È una sofferenza troppo grande, non riesco a crederci. Non è lui”, dicono altri.
“Libertà non è star sopra un albero, non è neanche un gesto o un’invenzione, la libertà non è uno spazio libero. Libertà è partecipazione” è la frase del brano di Giorgio Gaber che accompagna la foto di Fallou fuori dalla camera ardente.