Bologna, furbetti del cartellino all’Ibc. Una sindacalista in cima alla lista

Cinque ore d’assenza. Il difensore: "Abbiamo prove del contrario"

L’Istituto dei beni culturali è finito nel mirino dallo scorso aprile

L’Istituto dei beni culturali è finito nel mirino dallo scorso aprile

Bologna, 16 novembre 2017 - Cinque ore e quattro minuti. A tanto ammonta l’assenza più lunga calcolata dalla Finanza tra i dipendenti dell’Ibc finiti sotto inchiesta per truffa ai danni dello Stato. Due giorni fa sono stati recapitati 22 avvisi di fine indagine per 29 indagati complessivi, dove a guidare l’elenco dei ‘furbetti’ del cartellino – ossia di coloro che si sarebbero assentati dall’ufficio senza giustificazione e senza smarcare – c’è una delegata sindacale dell’Usb. Le posizioni, a dire, il vero, sono molto diverse tra loro e nei tre casi più ‘lievi’ si tratta di assenze complessive 16, 14 e 12 minuti.

La vicenda, è noto, prende avvio dal servizio di Striscia la notizia che ha immortalato diversi dipendenti uscire, alcuni andare al bar per il caffè, altri per negozi e ai giardini con il cane. Il tutto senza ‘smarcare’. Diverse volte, nel corso dei mesi, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria hanno sentito l’ex direttore dell’Ibc, Alessandro Zucchini, chiamato a identificare uno a uno i 29 dipendenti nelle ore di girato fornite da Mediaset. Ma nell’ambito dell’inchiesta è stato ascoltato anche l’inviato di Striscia, l’autore del servizio Valerio Staffelli, chiamato a chiarire il funzionamento dei montaggi e delle diverse inquadrature. Sotto la lente erano finite le riprese delle giornate del 14 e 16 marzo, oltre al 6 aprile e nel fascicolo degli inquirenti, coordinati dal pm Michela Guidi, sono confluiti pure alcuni pagamenti bancomat effettuati in orario di lavoro, oltre che i cartellini a quanto pare privi delle dovute giustificazioni che comprovassero le assenze autorizzate.

"Abbiamo appreso solo adesso che la giornata contestata è il 14 marzo e non il 15 – spiega l’avvocato Marina Prosperi che assiste la delegata sindacale –. Fino adesso avevamo potuto ricostruire la vicenda solo nell’ambito del procedimento disciplinare (sospeso, ndr) che era generico e solo dalle immagini la mia assistita aveva potuto dedurre che si trattasse del 15 marzo. In quella giornata, dopo essere andata al lavoro, era uscita certificando la malattia, ma sul 14 marzo (unico giorno a lei contestato, ndr) abbiamo rintracciato diverse email che comprovano la sua presenza al lavoro, nell’orario contestato. Email – assicura il legale – che non avrebbe potuto certo inviare da altri dispositivi". Si prenderà "tutti i 20 giorni di tempo a disposizione per valutare il da farsi", dice Salvatore Tesorierio, avvocato di Vicenzo Colombo, padre dell’ex assessore, l’unico già licenziato dall’Ibc (ma il provvedimento è stato impugnato). Nel caso di Colombo, ripreso mentre usciva con il cane, l’assenza ammontava a poco meno di tre ore in tre giorni.

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