Bologna, furti in centro storico. Arrestate due donne

Nei guai una 25enne e una 29enne. Forzavano le porte di case e studi professionali con un pezzo di plastica

Polizia a Bologna

Polizia a Bologna

Bologna, 17 settembre 2018 – A tradirle è stato un pezzo di plastica, nascosto in tasca, utilizzato per forzare le porte di abitazioni e studi professionali in centro storico prima di ripulirli. Due donne sinti sono state arrestate sabato mattina dalla squadra mobile della Questura di Bologna con l'accusa di furto.

Nel corso degli ultimi mesi, nell’ambito di una attività di monitoraggio, l’attenzione degli investigatori era caduta infatti su una cittadina serba, classe 1993, pluripregiudicata, che con cadenza periodica raggiungeva il centro città, sempre in compagnia di complici diverse, al fine di compiere furti in appartamento. La donna, durante i suoi soggiorni bolognesi, alloggiava in strutture ricettive diverse presentando sempre una carta d’identità clonata intestata a una donna italiana. Nella tarda serata di venerdì, la 25enne è stata individuata in un bed and breakfast di via Martelli; e così, dalla mattina di sabato, è iniziato il pedinamento nei confronti della giovane, in compagnai di un’altra ragazza sinti di 29 anni. Sempre costantemente pedinate dagli operatori della squadra mobile, le due donne hanno raggiunto il centro scendendo nei pressi delle Due Torri: prima sono entrate in uno stabile in via Dei Toschi, poi in uno di piazza Cavour, uscendone in tutte e due le circostanze dopo pochi minuti. Considerato che, in entrambi i casi, il lasso di tempo trascorso tra l’ingresso e l’uscita non era sufficiente per compiere un furto, gli agenti hanno deciso di proseguire nell’attività di osservazione. E sono arrivati così in uno stabile di via Farini, dove le due donne sono rimaste per circa cinque minuti. In questo caso, gli agenti hanno deciso di intervenire bloccando entrambe nell’atrio del portone e procedendo alla perquisizione personale. Perquisizione che ha permesso di trovare, nascosta all’interno dei pantaloni di una delle due, un pezzo di plastica rigido sagomato, ricavato da un flacone di un prodotto commerciale, evidentemente utilizzato - secondo gli investigatori - per la effrazione della porta di ingresso di uno studio di avvocato che si trovava all’interno dello stabile in questione.

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