Furti all’Interporto, denunciati 12 dipendenti

Dagli smartphone ai capi di abbigliamento firmati, la banda di facchini infedeli ha sottratto merce per oltre 500mila euro

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Le indagini. sono state condotte dai carabinieri della stazione di Bentivoglio. Determinanti le immagini della videosorveglianza

di Matteo Radogna

Smartphone, tablet, prodotti alimentari, merce griffata, e addirittura container interi. Tutti finiti nelle mani di dodici dipendenti infedeli, in servizio nelle aziende all’interno dell’Interporto di Bentivoglio. Gli operai hanno portato via merce per un valore complessivo di 500mila euro. A scoprire furti e truffe ai danni delle imprese all’interno del polo logistico sono stati i carabinieri della stazione di Bentivoglio in collaborazione con i colleghi della compagnia di Molinella.

Le razzie fanno riferimento soltanto agli ultimi mesi e facchini, magazzinieri e autotrasportatori infedeli, in seguito ai fatti, sono stati licenziati. Tra le dodici persone indagate, quasi tutti straniere, un 23enne romeno era finito in manette per tentato furto aggravato di capi di abbigliamento del valore di circa 10mila euro. Il giovane era stato visto mentre riceveva, attraverso una finestra, la merce proveniente dall’interno di un magazzino. La persona che gli aveva passato l’abbigliamento firmato non è stata identificata, ma si presume faccia parte del gruppo dei denunciati dai carabinieri.

Gran parte della merce rubata è stata ritrovata dai militari che hanno svolto le indagini, coordinate dalla procura della repubblica di Bologna. Mancano, però, all’appello tre container di merci varie del valore di 300mila euro che erano state depositate nel piazzale e che un autotrasportatore campano di 55 anni era riuscito a farsi consegnare, falsificando le carte e traendo in inganno un addetto alle consegne dell’Interporto. Resosi irreperibile per rivendere la merce al mercato nero, l’uomo è stato identificato dai carabinieri e denunciato per truffa aggravata. Finora gli uomini dell’Arma aveva pizzicato soprattutto operai infedeli che rubavano stecche di sigarette da una delle aziende più importanti nella distribuzione a livello nazionale. L’ultima indagine, invece, ha permesso di identificare un gruppo organizzato, che agiva soprattutto di notte quando cala il controllo, nonostante le massicce misure di sicurezza previste dall’Inteporto. I carabinieri sono arrivati ai ladri perché la merce spariva senza effrazione. In pratica era chiaro che ci fosse qualcuno dall’interno a razziare gli oggetti. I tablet e cellulari sono stati ritrovati a casa degli operai, che li avrebbero rivenduti durante le feste con un prezzo, ovviamente, inferiore a quello di mercato. Si parla di un possibile ‘incasso’ di migliaia di euro per ciascuno dei ladri con lo scopo di arrotondare non poco lo stipendio da facchino e magazziniere. I carabinieri hanno utilizzato anche le videosorveglianza per identificare gli operai infedeli. Nelle registrazioni si vedono i facchini e magazzinieri, con zaini e borse pieni di merce, allontanarsi per raggiungere l’auto e nascondere la refurtiva nei bagagliai. I ‘viaggi’ dal magazzino alle vetture si ripetevano anche diverse volte in un giorno finché le macchine erano stipate di refurtiva.

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