Bologna, furto all'Eremo di Ronzano. Il frate promette ‘sbadilate’ ai ladri

Razziate 20 cassette di kiwi. Don Fusco non va per il sottile: “La prossima volta non porgeremo l’altra guancia”

L'agricoltura è uno dei mezzi di sostentamento dell'Eremo

L'agricoltura è uno dei mezzi di sostentamento dell'Eremo

Bologna, 15 novembre 2018 - Gli hanno rubato 20 cassette di kiwi e don Benito Fusco, frate dell’ordine dei Servi di Maria della comunità dell’Eremo di Ronzano, proprio non ci sta.

È lo stesso don Benito a raccontare il fattaccio su Facebook, dove precisa che non è stata sporta denuncia datoche “vogliamo credere ostinatamente che chi se li è presi l’abbia fatto per sfamarsi o sfamare”. Ma in ogni caso, il prete sottolinea che un furto basta e avanza: “Non saremo più inermi né in armi – avverte infatti –: se ci ruberanno ancora, a suo tempo, uva e olive, vino e olio, vista la fatica che si fa per produrli, beh allora troveranno pane ben più duro per il loro denti. Perché non offriremo l’altra guancia, secondo il vangelo di Gesù, ma sbadilate a gratis, secondo le norme del codice contadino”.

Il furto è avvenuto l’altro giorno, di notte o all’alba: è sparito l’intero raccolto di kiwi. “A Ronzano – spiega don Fusco – tutti sanno che la parte agricola dell’Eremo ci consente di produrre vino, olio, castagne, prodotti dell’orto, miele, cachi, ghiande, e kiwi, frutti dell’impegno generoso e gratuito di tanti volontari e pensionati eccellenti”. Inoltre, “tutti sanno che non offriamo solo un ‘ristoro’ spirituale, ma che con tutta l’attività agricola ci viviamo e facciamo vivere l’ospitalità di chi intende condividere un po’ di vita con noi o stare in compagnia parlando di Cielo e di/vino”.

Perciò, chiude il frate, “ci auguriamo che chi si è portato via quella ventina di cassette di kiwi le abbia poi distribuite a chi ha difficoltà a tirare avanti”, e anche se resta “il beneficio del dubbio su una simile e pur apprezzabile destinazione, siamo favorevolissimi al pluralismo della generosità, ma solo alla luce del sole”. E in ogni caso, avverte il frate, la prossima volta “non offriremo l’altra guancia”.

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