Zola Predosa, vigneto saccheggiato dai ladri

Rubati almeno sette quintali d’uva da un podere della cantina Manaresi La scoperta al momento della vendemmia: in fumo 400 bottiglie di Pignoletto Docg

Fabio Bottonelli, titolare della cantina Manaresi, fra i filari saccheggiati dai ladri

Fabio Bottonelli, titolare della cantina Manaresi, fra i filari saccheggiati dai ladri

Zola, Predosa, 8 settembre 2018 – Sette, forse otto, quintali d’uva rubati nella notte, direttamente dalle piante di un vigneto sulle colline di Zola Predosa. È successo qualche giorno fa nel Podere Bella Vista della Cantina Manaresi, a pochi passi dall’antica Villa Marcovigi in ristrutturazione, residenza per decenni del famoso botanico bolognese Antonio Bertolini che, nella prima metà dell’800, raccolse in dieci volumi la sua «Flora Italica», prima monumentale opera di catalogazione e descrizione delle piante di tutta Italia. «Ce ne siamo accorti l’altro giorno – raccontano i coniugi Fabio Bottonelli e Donatella Agostoni, proprietari della cantina e del podere – quando, con un gruppo di vendemmiatori, ci siamo recati nel fondo dove sono piantati i filari di Grechetto Gentile, che danno il nostro migliore Colli Bolognesi Pignoletto Classico Docg». I coniugi Bottonelli un po’ ci scherzano, ma sono arrabbiatissimi. «Questi farabutti – affermano – forse volevano alleviarci dalla fatica della vendemmia che, solo per i bianchi ci ha fruttato ben 500 quintali di uve pregiate. E altrettanti ne arriveranno dai rossi che cominceremo a vendemmiare dalla settimana prossima. Ma quei pochi quintali di Grechetto li avremmo di sicuro messi in cantina. Almeno 400 bottiglie ci sarebbero scappate fuori».

Il podere bella Vista confina con quelli di altri grandi produttori zolesi: il Monticino dei Ruggeri, Bagazzana dei Gaggioli. Il fondo con il Grechetto si trova un po’ defilato, ai limiti di un grosso boZolsco. «Saranno stati garagisti? – azzarda Fabio Bottonelli – o degli ‘umarells’ (anziani in pensione) che si fanno il vino genuino? Del territorio o da fuori? Mi domando, però, con che pelo sullo stomaco qualcuno si prenda la briga di rischiare la galera per pochi quintali di uva. Per compiere il furto sono dovuti arrivare attrezzati con un furgone o un cassonato. Quindi sono scesi tra i filari e si sono concentrati solo sull’uva bianca. Non hanno toccato la Barbera che sta di fianco. Hanno vendemmiato solo le viti di testata o alcune altre in fondo di almeno quindici filari». Mai avuti furti? «No mai – risponde Bottonelli – se non uno analogo tre anni fa, ma i quintali allora furono di meno».

Correrete ai ripari? Aumenterete la sorveglianza? Bottonelli scuote la testa mentre serve il suo Barbera intitolato «Flora Italica», in omaggio al botanico Bertoloni, ad un gruppo di turisti tedeschi e spagnoli. «Come si fa a mettere delle telecamere? – si chiede – e anche a stendere una recinzione attorno al podere? È un controsenso. Qui attorno non ce l’ha nessuno e, in più, deturperebbe il territorio. Il bello dei nostri vigneti sono proprio questi campi aperti che i turisti da tutto il mondo ci invidiano».

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