Furto da 1 milione in villa a San Giovanni in Persiceto, il racconto choc: "Erano più di dieci banditi"

I proprietari dell’abitazione ripulita venerdì notte: "Il primo sopralluogo alle 20, poi sono tornati alle 22 picchiando i cani Hanno portato via gioielli, diamanti, Rolex senza lasciare tracce"

La scientifica è al lavoro per ricostruire quanto avvenuto  (Foto archivio)

La scientifica è al lavoro per ricostruire quanto avvenuto (Foto archivio)

San Giovanni (Bologna), 26 gennaio 2023 –  Cerca di sdrammatizzare Cristina, abbozzando un sorriso. "L’unica cosa positiva – dice accarezzandosi il volto con la mano destra – è che in casa non c’era nessuno perché non so come sarebbe finita. Ma situazioni di questo tipo non devono avvenire mai, qui non ci sentiamo nemmeno più sicuri nelle nostre abitazioni". San Giacomo in Martignone, prima periferia di San Giovanni in Persiceto, da quelle parti la definiscono "una zona molto tranquilla".

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Una strada stretta, che inizia con un cartello ben visibile a tutti: ’zona sottoposta a controllo di vicinato’. Aprono alcune aziende, chiude il sottopassaggio della ferrovia, in mezzo qualche abitazione spalmata qua e là. Una di queste – un’elegante villa suddivisa in più strutture con scuderia annessa – presa di mira, venerdì sera, da una banda di professionisti del crimine. "Non certo degli sprovveduti", attacca Cristina, proprietaria (insieme al padre) di una delle dimore ’visitate’. "Gente che aveva studiato tutto a tavolino".

Il colpo

"Sono arrivati la prima volta alle 20 – riprende la donna –, hanno cercato di forzare una finestra ma sono stati allarmati dai nostri cani". Toffee, come la canzone di Vasco ("perché l’ho presa proprio il giorno in cui lui venne a Bologna"), e Leone. Due stupendi pastori del Caucaso, oltre 50 chili di cane, che solo a incrociare i loro sguardi ti fanno capire chi comanda. E soprattutto chi può accedere nel loro territorio e chi invece deve restare fuori. Venerdì sera, il lavoro di guardiani l’avevano svolto ampiamente fino a quando la cattiveria umana non ha deciso di metterli ko. "I banditi – riprende Cristina – sono tornati due ore dopo, alle 22, e per prima cosa hanno pensato ai nostri cani". Prima con delle bastonate, poi con dello spray facendoli crollare in un sonno profondo.

"La seconda volta avevano una scala con la quale sono riusciti ad accedere dal piano superiore dopo aver divelto un’inferriata. Il tutto con estrema facilità usando uno strumento a pompa". Quattro sono entrati nell’abitazione della figlia, altrettanti in quella accanto del padre. Un’azione perfettamente in contemporanea come orologi svizzeri, "mentre altri due o tre li attendevano in strada con le auto", con un unico obiettivo: la ricerca della cassaforte. "Da lì hanno preso tutto". L’amarissimo elenco è impressionante: 15 orologi, tra cui molti Rolex, poi borse di Gucci, Louis Vuitton, Dior, Chanel, due profumi di Tom Ford, contanti, diamanti. All’appello mancavano anche due pistole: una Colt e una Beretta calibro 7,62, oltre a cinquanta munizioni. "Molti gioielli non li avevo riportati in banca – riprende Cristina –; si sono presi pure le garanzie degli orologi per poter piazzare questi ultimi facilmente online". Il padre dice di più: "Avevo una penna a calamaio con la scritta ’garantita tutta la vita’. Hanno rubato anche quella. Le nostre case erano completamente sottosopra, hanno guardato dappertutto".

Sicurezza ko

La villa è coperta da un sistema di videosorveglianza, sei telecamere, la maggior parte però messe preventivamente ko. "Le hanno rotte, così tutte le sirene degli allarmi. Un lavoro pazzesco, l’hanno davvero studiata bene. Il problema – sottolinea la donna – è che questi agiscono al calare della sera, quando una famiglia si siede per la cena. Alle 20, senza paura di nulla. E non li ferma nessuno". Durante il blitz, all’interno del complesso erano presenti una governante e due ragazzi che lavorano nella scuderia. Proprio la donna, che si trovava nella sua dependance, avvertita da Cristina una volta avuto l’alert dal cellulare ("le ho detto di uscire in cortile e gridare il più forte possibile"), li ha messi in fuga. "Uno di loro ha cominciato a urlare a sua volta, un segnale per i complici senza però proferire una sola parola evitando di fornire elementi su accenti, lingue e, di conseguenza, sulla provenienza. "L’allarme mi ha avvisato – spiega ancora Cristina –, così ha fatto con le forze dell’ordine collegate con il nostro sistema e la prima pattuglia è arrivata a distanza di 15 minuti". La banda però non c’era già più. Volatilizzata. "Hanno agito in 13 minuti, come abbiamo visto dalle riprese delle telecamere. Hanno utilizzato guanti, calzari, passamontagna. Ogni precauzione. Poi sono scappati passando con tutta probabilità da un’azienda adiacente".

Amarezza

Quattro anni fa l’unico furto subito: "Entrarono nella scuderia e anche allora agì una banda. Ricordo che era condotta da una ragazza, una bionda molto alta. Poi per fortuna più nessuna altra sgraditissima visita. Fino a venerdì...". Dall’altra parte del grande cancello, Leone e Toffee osservano l’amata padrona. Il peggio è alle spalle, anche per loro. "Lei ora abbaia per qualsiasi cosa, è ancora sotto choc. Per fortuna – chiude dolcemente Cristina – stanno entrambi bene. Sono cagnoloni molto forti e bravissimi. E l’altra sera hanno rischiato la vita per proteggerci".

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