Galvani Bologna occupato: danni per 12mila euro

Il preside Alaimo: "Bilancio desolante, niente mascherine né distanziamento" Al Fermi murales e macchie di pittura, rebus lezioni per fine mese al Righi

Lo striscione dell’occupazione al Galvani

Lo striscione dell’occupazione al Galvani

Bologna, 29 marzo 2022 - Otto porte sfondate, tra cui quella che della preziosa biblioteca Pasolini, altrettanti stipiti divelti o rovinati, serrature scardinate, muri spaccati forse per la forza dello sfondamento: ecco il regalo dell’occupazione studentesca al liceo Galvani dove, peraltro, è già stata cancellata l’assemblea studentesca del 30 marzo. A una prima stima, senza conteggiare i danni ‘minori’, l’ammontare è di ben dodicimila euro in atti di vandalismo. Che gli stessi studenti fossero ben consapevoli di quello che avevano combinato lo si è visto dalla "raccolta fondi per ripagare i danni arrecati alla sede" lanciata dal collettivo Galvo, su Instagram, subito dopo la riconsegna di via Castiglione, peraltro con "pulizie a dir poco inadeguate", sottolinea il preside Aurelio Alaimo in una circolare molto amara, ma anche molto dura.

Non ride neppure il liceo Fermi dove, mentre gli studenti della sede di via Mazzini erano in didattica a distanza, ieri mattina i collaboratori scolastici pulivano, sanificavano e scoprivano i danneggiamenti. Dai murales alle macchie di pittura ovunque: questo a una prima occhiata. Sorridono, invece, al liceo Sabin dove l’edificio è stato riconsegnato senza un graffio e tirato a lucido.

Settimana di passione che potrebbe avere una coda con il liceo Righi che ribolle e dove si vocifera che l’occupazione abbia già la data cerchiata sul calendario verso fine mese e che potrebbe essere tenuta per una settimana. Da notare che il 6 aprile Dacia Maraini sarà ospite del liceo di viale Pepoli per la presentazione del suo ‘Caro Pierpaolo’. Non ultimo, dal 5 al 7 aprile, in tutti gli istituti si terranno le elezioni per il rinnovo delle Rsu – Rappresentanza sindacale unitaria.

Tornando al Galvani, nella fattispecie alla circolare del preside, si legge "purtroppo il bilancio materiale dell’occupazione è desolante. I problemi più gravi si sono verificati sul piano della sicurezza, malgrado i contatti tenuti ogni giorno con gli occupanti proprio su questo tema: accesso a vari locali protetti, ostruzione delle vie di fuga, mancato uso delle mascherine, nessun rispetto delle norme sul distanziamento". Per non parlare della "mancata partecipazione allo screening programmato dal Dipartimento di sanità pubblica a tutela della salute, tra l’altro, dei tanti soggetti fragili con i quali i ragazzi entrano inevitabilmente in contatto".

In merito ai "tanti danni documentati in vari locali, pur piccoli ma numerosi, si è rilevato anche un danno grave, materiale e simbolico: una porta scardinata nella biblioteca Pasolini, che era stata chiusa proprio per proteggere un’area di grande pregio". Ma non basta. "Ai problemi materiali – ancora in corso di rilevazione – si aggiunge la "ferita" che è stata inferta alla scuola nel suo insieme, con il rifiuto del dialogo, la prevaricazione, le critiche unilaterali. Certo è bene che la scuola sia consapevole di tutto questo". Tuttavia, scrive Alaimo, "ora il nostro impegno deve essere un altro: creare le condizioni per una ripresa serena dell’attività didattica e di un dialogo costruttivo. Un dialogo che ogni docente saprà impostare nel migliore dei modi, ma che deve passare anche dallo studio e dall’approfondimento delle singole discipline, e dunque dal recupero della funzione ultima, educativa e di conoscenza, di una scuola pubblica".

Per riannodare le relazioni e riprendere gli apprendimenti "sono necessari tempi lunghi e distesi, senza fretta. La ricomposizione di questo periodo difficile richiede pazienza ed equilibrio".

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