Gamberale (anche) per ragazzi "Si cresce conoscendo le emozioni"

La scrittrice all’Ambasciatori e in Fiera con il nuovo libro "Ho fatto qui l’università,. Bologna per me è sempre casa".

Gamberale (anche) per ragazzi  "Si cresce conoscendo le emozioni"

Gamberale (anche) per ragazzi "Si cresce conoscendo le emozioni"

C’è un mondo Perfettissimo dove la vita scorre serena. E ce n’è un altro, Sottopelle, dove abitano le emozioni. Chiara Gamberale ci porta, con i suoi gemelli Lena e Alen, a cavallo fra i due universi e lo fa raccontando una favola, o forse un romanzo di formazione, o forse più semplicemente la complessità dei sentimenti. È uscito ieri, infatti, il romanzo (anche) per ragazzi I fratelli Mezzaluna (Salani), che oggi la scrittrice racconta in Fiera alle 14.30 e alla coop Ambasciatori alle 18.30. Dopo la prima presentazione–spettacolo con Michele Bravi "non ho dormito dall’emozione – ammette –. Faccio questo lavoro da 25 anni, ma continuare a sentire l’affetto delle persone che si conferma e che cresce è uno dei due regali che mi ha fatto la vita assieme a mia figlia".

Perché un libro rivolto ai ragazzi? Ammesso che una differenza in letteratura ci sia.

"Da sempre, anche prima che mia figlia nascesse, avevo il sogno di scrivere qualcosa che avesse il sapore de Il piccolo principe, che potesse essere letto a diverse età in modo differente. Questo tipo di narrazione ha avuto sempre una perfezione ai miei occhi. Ed eccomi qui".

Le letture (anche) da mamma l’hanno influenzata?

"Mia figlia ha contribuito senz’altro. Se stai a sentire il bambino quando arriva, avviene una straordinaria rivoluzione umana e artistica, si passa a un linguaggio fatto di simboli e immagini. Così mi sono inventata questi due mondi, quello della razionalità e dell’emotività: da una parte è straniante abbandonare le regole del mondo condiviso, ma è anche liberatorio quando sei tu a inventare tutto".

A proposito di simboli, c’è un viaggio sulla luna.

"Ha un ruolo importantissimo. Alla luna, il tappo che collega i due mondi, è collegato il mistero dei gemelli e io, dentro di me, sono una persona lunare".

Si parte da Gabaville, il villaggio Perfettissimo. Ma nella perfezione non si diventa grandi.

"Esatto, ed è la metafora dell’infanzia. Infatti questo sogno viene interrotto e si scopre che la complessità è più interessante. I gemelli crescono davvero quando la madre non è più solo la madre, ma una persona. Dall’Isola di Arturo a Elena Ferrante, tutti i romanzi di formazione hanno a che fare con questa scoperta. Per me è stato terapeutico ragionare sulla necessità di certi tradimenti. Lo Scuro del libro è proprio la mancata elaborazione di quello che non è andato bene, dei lutti, delle rotture. Attraversando i buchi con cui la vita ci crivella il cuore, invece, possiamo arrivare da qualche altra parte".

Nella storia affiora anche l’idea che i bambini non vadano per forza preservati da tutto.

"Io sono separata dal padre di mia figlia e la cosa le è stata spiegata, con un linguaggio da bambina. Io confido nello scambio nutriente fra adulto e più piccoli. Stiamo assistendo a una drammatica ondata di sofferenza adolescenziale. Il problema è che i ragazzi crescono e non sanno chiamare le emozioni per nome".

È la festa della donna: come la spiega a sua figlia?

"Non mi faccio ’comandare’ dalle feste, ma sono occasioni per ricordare cose importanti. A me piacerebbe che l’attenzione sulle donne fosse quotidiana e da madre di figlia femmina ci provo tutti i giorni. Un esempio: quando viaggiamo, negli aeroporti ci capita di vedere donne velate e io le spiego dei diversi Paesi, detto in ’bambinese’".

Il libro è completato da illustrazioni molto suggestive.

"Alida Pintus, una ragazza di soli 19 anni. Un genio. E c’è anche un Qrcode per ascoltare i brani di Pier Cortese ispirati al romanzo, come Sottopelle".

Ha studiato qui. Per lei Bologna è?

"Casa, ho persone del cuore, sono molto legata alla famiglia Prodi e ho un amico carissimo dai tempi dell’università. Qui ho visto il mio primo concerto da sola, di Francesco Guccini: arrivare era un ‘viaggione’. Nel mio romanzo Una vita sottile sono celebrati i portici".

Letizia Gamberini

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