Bologna Game Farm, ecco i quattro videogiochi selezionati

Battaglie medieval-punk, avventure claustrofobiche e platform colorati. I videogame made in Emilia-Romagna finanziati grazie al progetto, pronti per affrontare le sfide del mercato a caccia di investitori

Bologna, 13 maggio 2022 - Il sogno è quello di creare il nuovo Grand Theft Auto, il cui quinto capitolo ha incassato più di 6 miliardi e mezzo di dollari in tutto il mondo. È bene sognare in grande. Ma l’obiettivo di Bologna Game Farm – più che concreto, stavolta – è quello di portare i videogiochi made in Italy, anzi made in Emilia-Romagna – a fare il salto di categoria, a misurarsi nella ‘serie A’ di un comparto che non conosce crisi e cresce sempre di più. L’iniziativa è piaciuta e avrà una seconda edizione: il bando dovrebbe già uscire in estate.

 

Uno dei quattro videogiochi selezionati
Uno dei quattro videogiochi selezionati

 

L’iniziativa Bologna Game Farm è un progetto che ha visto enti pubblici e soggetti privati insieme per finanziare con 30mila euro ciascuno, quattro progetti selezionati di software house del territorio emiliano-romagnolo. L’obiettivo è creare quattro ‘vertical slice’, ovvero quattro presentazioni – si va dal trailer del gameplay al dettaglio su storie e personaggi, passando per un business plan per rendere il tutto sostenibile – che possano essere mostrate alle fiere di settore ai publisher, ovvero le case distributrici di videogiochi. Il percorso, illustrato in una conferenza stampa in sala Farnese, nel bolognese palazzo D’Accursio, è iniziato lo scorso anno e si concluderà in autunno. Tra gli enti pubblici coinvolti, ci sono la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bologna, tra i privati spicca l’Italian Interactive Digital Entertainment Association (Iidea), che riunisce le aziende del settore. Qualche numero Chi pensa che il comparto videoludico sia marginale dovrà ricredersi. In Italia, il settore ha un giro d’affari di 2,2 miliardi di euro (dati 2021), i videogiocatori sono oltre 15 milioni. L’Emilia-Romagna si posiziona come seconda regione nel Paese per numero di studi di sviluppo di videogiochi, hanno sede qui una trentina di aziende. Secondo un’indagine a livello regionale, uno studio su quattro è attivo da più di 7 anni (quindi è un’azienda considerata solida), il 19% degli operatori ha un fatturato superiore ai 250mila euro e il 31% ha più di 5 addetti. Molti i giovani impiegati: l’86% degli addetti ha un’età media inferiore ai 36 anni. Nel biennio 2019/2020 il 31% degli studi di sviluppo ha assunto nuovi dipendenti, mentre il 72% ha avviato collaborazioni. Infine, dimostrazione di dinamismo, 11 dei 14 posti di lavoro-chiave nell’industria dei videogiochi hanno un potenziale di crescita medio o alto in Emilia-Romagna. Il personaggio A presentare i quattro progetti al pubblico, c’era il coordinatore Ivan Venturi, classe 1970, vero pioniere dei videgiochi, uno dei fondatori della mitica Simulmondo, una delle prime software house bolognesi attiva negli anni Ottanta-Novanta. “Bologna Game Farm è un’opportunità unica di crescita – esordisce Venturi , in questi mesi di lavoro, i quattro gruppi di sviluppatori hanno potuto attingere da un concentrato di conoscenze, abbiamo cercato anche di individuare i punti deboli e colmarli scegliendo figure ad hoc”. Non siamo di fronte a giochi educativi o ‘parapubblici’, questi sono prodotti che vogliono andare sul mercato, generare fatturato con modalità di gioco anche free to play. Il primo test importante sarà First Playable, la fiera del settore a Pisa (dal 5 luglio prossimo). Con Venturi c’erano Giorgia Boldrini, che guida il settore Cultura e creatività del Comune di Bologna, Rosa Grimaldi, delegata del sindaco per Industrie culturali e creative, Mauro Felicori (assessore regionale alla cultura), Marina Silverii, direttrice di Art-Er e Thalita Malagò, direttrice generale di Iidea.

Flagship: un’avventura claustrofobica

 

Flagship
Flagship

 

Quattro, si diceva, i giochi che cercheranno di guadagnare le attenzioni delle case di produzione. Il primo, sviluppato da Magari di Parma, si chiama Flagship. Puzzle adventure dall’atmosfera claustrofobica, Flagship è ambientata durante un lungo periodo di lockdown: un veterano dovrà cercare di riattivare dei totem ‘spenti’ da un gruppo di ribelli, ma scoprirà che la difesa dell’establishment può avere costi troppo alti. L’avventura grafica ha una durata di circa tre ore, e può essere giocata anche con il visore per la realtà virtuale.

Gladiators Wheels: immersi nel medioevo punk

 

Gladiators Wheels
Gladiators Wheels

 

Dreambits Studio è al lavoro su Gladiators Wheels, gioco multiplayer di combattimento frenetico tra auto realistiche in un ambiente “medievalpunk”. Potrete equipaggiare le vostre auto di rostri e spuntoni acuminati e combattere all’ultima ‘sportellata’ nell’arena.

Basket party: frenetico e colorato

 

Basket party
Basket party

 

La modenese Orbital Games presenta Basket Party:  un videogioco multiplayer in cui due squadre si sfidano in partite di pochi minuti con l'obiettivo di segnare più canestri possibile.

Azione e musica con Spanky's Bat-a-Swing

 

Spanky's Bat-a-Swing
Spanky's Bat-a-Swing

Il gruppo di sviluppatori Green Flamingo era entrato a far parte del bando Incredibol con il progetto di realtà virtuale Virtuoso già nel 2020: da un anno sta lavorandi su "Spanky's Bat-a-Swing", platform d’azione 3D, con una curatissima componente musicale e un design ispirato all’animazione anni Trenta. Il protagonista, come si intuisce dal titolo, è un simpatico pipistrello.

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