Garisenda, tutti uniti sul restauro

I problemi sono due e vanno tenuti distinti affinché l’uno non contribuisca a offuscare l’altro. Garisenda è ammalata di instabilità...

I problemi sono due e vanno tenuti distinti affinché l’uno non contribuisca a offuscare l’altro. Garisenda è ammalata di instabilità e quindi bisogna fare tutto ciò che è necessario per partire con i lavori di restauro. Bisogna farsene una ragione. E se, come sta avvenendo, la città partecipa in modo consistente alla raccolta fondi è un altro aspetto positivo che bisogna incentivare. Servono milioni, ma le casse del Comune non sono così fornite da coprire tutti i costi. Ieri, intanto, anche Genus Bononiae ha aderito alla campagna di raccolta fondi per le Due Torri. Ha destinato infatti una parte del ricavato della vendita dei ‘biglietti open’ della mostra su Concetto Pozzati in corso a Palazzo Fava. Fino al 6 gennaio, spiega ancora la società della Fondazione Carisbo, per ogni biglietto acquistato, 1 euro confluirà nella raccolta. Poi ci sono le eventuali responsabilità per allarmi sottovalutati e ritardi. Dal 2018 in poi i tecnici interpellati hanno messo nero su bianco che la situazione stava aggravandosi. Eppure solo adesso è scattata l’emergenza. Se qualcuno ha dormito o ha agito al rallentatore dovrà risponderne, almeno politicamente. Fdl ha presentato un esposto ipotizzando anche possibili danni erariali. Si vedrà. Ora però bisogna concentrarsi sul restauro. Qui la politica non deve litigare, ma al contrario siglare un patto di alleanza. Sul resto ognuno può procedere per conto proprio. Inevitabile.

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