Matteo Garrone arriva in città con ’Io Capitano’, Giorgio Diritti gareggia a Venezia con ’Lubo’. È una giornata interessante per il ’fare’ e ’vedere’ cinema a Bologna. Da un lato infatti il regista bolognese torna sul grande schermo con un nuovo lavoro, dai tempi di ’Volevo nascondermi’ (la storia di Antonio Ligabue che proprio nel 2020 si scontrò con le conseguenze della pandemia e non riuscì ad uscire in sala dopo la vittoria di Berlino) e va dritto al Lido, in concorso per il Leone d’Oro per la prima volta, con il film tratto dal romanzo di Mario Cavatore ’Il seminatore’, girato tra Trento, Bolzano e il Piemonte. Sull’altro fronte, il regista romano, dopo la proiezione di ieri al festival di Venezia, arriva oggi proprio sotto le Due Torri con tre proiezioni e altrettante presentazioni in compagnia del cast. Con gli attori Seydou Sarr, Moustapha Fall e Amath Diallo, sarà al cinema Roma alle 20,30, alle 21 all’Odeon e alle 21,30 all’Arena Puccini: uno slalom tra le sale, come ormai usa, per regalare al pubblico qualcosa in più.
’Lubo’ di Diritti, è una storia di tolleranza e indifferenza "un bel viaggio nel tempo, tra volti e luoghi bellissimi e anche un po’ nomadi come Lubo, il protagonista, di cui abbiamo ripercorso la strada tra Svizzera e Italia, camminando sui suoi passi e le sue sofferenze, nelle lotte e follie di un uomo alla ricerca di una giustizia e di una nuova vita", ha raccontanto il regista. ’Io Capitano’ nasce invece dall’idea di narrare il viaggio epico di due giovani migranti senegalesi che attraversano l’Africa, con tutti i suoi pericoli, per inseguire un sogno chiamato Europa. "Per realizzare il film – si legge nelle note – siamo partiti dalle testimonianze vere di chi ha vissuto questo inferno e abbiamo deciso di mettere la macchina da presa dalla loro angolazione per raccontare questa odissea contemporanea dal loro punto di vista. Una sorta di controcampo rispetto alle immagini che siamo abituati a vedere dalla nostra angolazione occidentale, nel tentativo di dar voce, finalmente, a chi di solito non ce l’ha". Garrone, a Venezia, ha raccontato anche di aver fatto tanti casting in Africa, per trovare i due protagonisti, che avevano 17 e 18 anni quando hanno girato il film e lui non gli ha neanche cambiato i nomi. Il primo non ha mai recitato in vita sua, il secondo ha fatto un po’ di teatro a scuola. Garrone ha sposato la causa e ha deciso di portarli a vivere a casa di sua madre a Fregene: stasera sarà senz’altro l’occasione per raccontare ancor di più di un ’dietro le quinte’ che ha dell’avventuroso.
Benedetta Cucci