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Bologna: muore gatto positivo all’influenza aviaria, è il primo caso in Italia

Gli esperti spiegano perché non sussistono rischi per gli animali che vivono in città o in appartamento. Il gatto malato viveva a contatto con il pollame infetto di un piccolo allevamento familiare. Contagi sull’uomo, cosa c’è da sapere

Gatto positivo all'influenza aviaria, attivato subito il servizio veterinario dell’Azienda Usl per circoscrivere e impedire la diffusione del virus (foto d'archivio)

Gatto positivo all'influenza aviaria, attivato subito il servizio veterinario dell’Azienda Usl per circoscrivere e impedire la diffusione del virus (foto d'archivio)

Bologna, 17 gennaio 2025 – In provincia di Bologna è stato riscontrato un caso di influenza aviaria in un gatto, che è deceduto. Si tratta del primo caso in Italia.

L’animale – riferisce una nota della Regione Emilia-Romagna – viveva nel comune di Valsamoggia, a stretto contatto con il pollame di un piccolo allevamento familiare in cui era già stata individuata l’infezione aviaria che aveva comportato, come previsto dalla normativa, la soppressione di tutto il pollame presente, una ventina di capi.

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Con ogni evidenza il virus è stato portato da uccelli migratori, probabilmente anatre. 

La positività nel gatto è stata diagnosticata dalla sede di Forlì dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna e confermata dal Centro di Referenza Nazionale per l’influenza aviaria.

Viale: “Nessun allarme”

“Nessuna novità e nessun allarme – commenta Pierluigi Viale, professore di Malattie Infettive del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università degli studi di Bologna e direttore dell'Unità Operativa di Malattie Infettive del Policlinico Sant’Orsola – . La circolazione dell’influenza aviaria è nota. I gatti sono già descritti dalla letteratura scientifica come animali abbastanza proni a contrarre la ‘bird flu’ e sono diversi i casi registrati di gatti deceduti per l’influenza aviaria negli Usa, in Canada e in Europa. Ma si tratta di gatti soprattutto randagi, da strada, che vivono in contesti rurali e che possono entrare in contatto con materiale organico infetto. Una situazione che non riguarda quindi i nostri gatti domestici che vivono in città o in appartamento”.

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L’infettivologo Pierluigi Viale, direttore unità operativa malattie infettive all'ospedale Sant'Orsola di Bologna
L’infettivologo Pierluigi Viale, direttore unità operativa malattie infettive all'ospedale Sant'Orsola di Bologna

Influenza aviaria e contagi ai mammiferi, uomo compreso

Giovanni Tosi, direttore della sede dello Zooprofilattico di Forlì, conferma che esistono virus influenzali aviari che possono adattarsi anche ai mammiferi (uomo compreso), ma il rischio di contrarre l’infezione è molto basso ed è legato ad uno stretto e prolungato contatto con volatili infetti. Una situazione che non riguarda quindi gli animali domestici che vivono in città o in appartamento.

Anche per quanto riguarda la sicurezza alimentare, non vi è alcun rischio collegato al consumo di carni avicole e non vi è rischio di infezione per l’uomo, se non in condizioni di stretto contatto con gli animali infetti.

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Le misure in campo

Vista l’eccezionalità dei casi la normativa comunitaria non prevede misure di controllo specifiche per i gatti positivi all’influenza aviaria, ma per la tutela degli animali stessi è raccomandato che siano tenuti isolati sotto il controllo del servizio veterinario della Ausl che effettua la sorveglianza per valutare l’andamento clinico della malattia e seguire il decorso dell’infezione.

Per circoscrivere il virus e impedirne la diffusione sono quindi in corso da parte del servizio veterinario della Azienda Usl di Bologna esami preliminari su prelievi di sangue e tamponi su un altro gatto che conviveva con quello risultato positivo.