Bologna, 18 settembre 2024 - “Giampaolo Amato è l'unica persona che aveva strumenti, abilità e conoscenza per causare queste morti. Ed è l'unica persona mossa da un movente. Non ci sono soluzioni alternative. Nessuna di queste due morti ha qualcosa di naturale, ci troviamo davanti a due morti criminali”.
La procuratrice aggiunta Morena Plazzi non ha dubbi: a uccidere la ginecologa di 62 anni Isabella Linsalata e la madre Giulia Tateo, di 87, è stato Giampaolo Amato. Al termine delle sue quasi sei ore di requisitoria davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Pier Luigi Di Bari, Plazzi ha chiesto l’ergastolo per l’ex medico della Virtus, presente in aula e accusato dell’omicidio aggravato (vengono contestate la premeditazione, i motivi abietti e futili e l’uso del mezzo venefico) della moglie e della suocera: la prima è stata trovata morta la mattina del 31 ottobre 2021 nella sua casa di via Bianconi, esattamente 22 giorni dopo la madre, il cui decesso è avvenuto tra l’8 e il 9 ottobre.
Entrambe le donne, secondo l’accusa, sono state uccise attraverso la somministrazione di un mix di farmaci, il Midazolam e il Sevoflurano, rispettivamente una benzodiazepina e un anestetico ospedaliero.
"Questa è una storia orribile di gente perbene, sono entrata in questo procedimento e nel momento in cui l'ho fatto sono stati inquietanti i riferimenti ad altre persone perbene che nel passato sono state protagoniste di fatti così tristi e inquietanti, che dietro l'apparenza di eccellenza nascondevano segreti o situazioni di gravi turbamenti", ha detto Plazzi riferendosi probabilmente al caso Murri del 1902.
Avviandosi verso la fine della sua requisitoria - durante la quale la procuratrice aggiunta ha ripercorso le varie fasi d’indagine e il contesto familiare nel quale sono maturate le due morti - Plazzi si è soffermata sulla figura di Giampaolo Amato sottolineando di "non aver mai percepito né empatia né interesse per la persona che per 40 anni gli è stata accanto ed è morta in quel modo”. Secondo l’accusa, l’ex medico della Virtus “ha commesso due omicidi con fredda determinazione, omicidi a sangue freddo”. La morte di Isabella Linsalata e Giulia Tateo si collegano quindi “in un quadro di premeditazione. Uccidere la suocera è una condizione necessaria per raggiungere il suo obiettivo. Non poteva eliminare dalla propria vita la moglie senza liberarsi della suocera: doveva eliminare eventuali testimoni, come Giulia Tateo, che viveva nella stessa casa”.