"La Città metropolitana è tutta dentro una crisi d’azzardo in fase di peggioramento". Ad affermarlo, Massimiliano Vigarani, ricercatore statistico, che ha presentato ieri i dati del 2023 del rapporto ‘Pane e azzardo’, dedicato all’evoluzione dell’azzardo legale online e fisico in Emilia Romagna. Realizzata da Federconsumatori, Cgil e la campagna Mettiamoci in gioco, e in collaborazione con la Fondazione Isscon, l’indagine mette in evidenza la crescita continuativa del gioco nella regione e studia il caso di Bologna e provincia. In effetti nella Rossa e nei suoi territori, nel 2023, la giocata media pro capite è stimata a 1.664 euro: un valore più alto dei 1.400 euro della media regionale, e soprattutto quasi tre volte la cifra del 2019 che era di 668 euro.
"Solo a Bologna, i numeri del gioco fisico, che purtroppo non possono essere comunicati per effetto di un divieto del 2020, rappresenterebbero circa 500 milioni di euro, per un totale di 1.500 pro capite", continua Vigarani. Cifra alla quale si devono aggiungere i dati dell’online, perché in tutto, il ‘gambling fisico’ (macchinette, gratta e vinci, lotto, bingo o scommesse) rappresenta il 46% della pratica dei giocatori. L’altro 54% corrisponde ai giochi d’azzardo su internet (slot o macchinette virtuali, vari giochi da casinò, scommesse e poker) per quali si osserva una progressione significativa. L’evoluzione si spiega tra l’altro con la polarizzazione crescente del Bet Exchange, tipologia dove lo scommettitore banca la scommessa, sul territorio, come a Zola e a Calderara, dove la giocata media pro capite pesa rispettivamente 7.837 euro e 5.512 euro nelle fascia 18-74 anni. Inoltre, secondo l’indagine, Zola occupa il primo posto della "sgradevole classifica regionale".
Al livello dell’Emilia Romagna, la raccolta del l’azzardo rappresenta 9.5 miliardi di euro nel 2023 e oltre 900.000 conti attivi sulle diverse piattaforme. "Supera quasi il bilancio complessivo della Sanità di nostra regione che era di 9.6 miliardi corrisponde a 80% della spesa alimentare" aggiunge Vigarani.
"Questo fenomeno – afferma Marinella Melandri, della segreteria regionale Cgil – , è pervasivo e pericoloso. Si tratta di un problema di sanità pubblica, economico e sociale, che permette anche attività illegali. Insieme ai diversi Enti del territorio dobbiamo fare rete per poter affrontare questa sfida".
a. d.