Gioele Dix, ’voce’ di Buzzati "Da sempre amo i suoi racconti"

Stasera e domani al Celebrazioni ‘La corsa dietro il vento’, lo spettacolo che spazia fra i personaggi dello scrittore

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Una pallottola di carta vola giù dalla finestra di un grande scrittore. E nuove storie sono già pronte a essere scritte. Come il nuovo spettacolo di Gioele Dix, stasera e domani (alle 21) al Celebrazioni con La corsa dietro il vento. Dino Buzzati o l’incanto del mondo, diretto e interpretato da Dix (con la produzione del Centro Teatrale Bresciano, in collaborazione con Giovit). L’attore – confessa– ha "una passione antica" per lo scrittore, giornalista e pittore bellunese, figura chiave del nostro Novecento. "Ho iniziato a leggere i Sessanta racconti a 12 anni, mi piacevano quelli un po’ misteriosi, con un velo di sospensione. Raccontavano di personaggi come il vicino di casa, il parente. C’era tanta Milano, ma sempre con elementi che rimandavano a qualcosa di misterico. In più, per volontà degli eredi, mi sono occupato degli audiolibri".

Che esperienza è stata?

"La vedova, dopo una serata dedicata a Buzzati, mi disse che avevo la sua voce. Non nel senso del timbro, ovviamente, ma come voce interiore. E così ho letto Il deserto dei Tartari, Un amore e tutti i racconti. Tantissimi testi erano giusti per un racconto teatrale".

Che Buzzati troveremo?

"Parecchi racconti: un po’ sono citati, un po’ riassunti, mescolati fra di loro per raccontare un certo tipo di umanità e come la penso io. Con Valentina Cardinali mettiamo in scena una cinquantina di personaggi, grazie anche ai costumi di Marina Malavasi e Gentucca Bini. É un gioco molto teatrale, con tanti temi: l’attesa, il tempo che scorre, le occasioni perdute, ovviamente con ironia. Buzzati diceva, citando Voltaire: non mi perdonerei mai di annoiare i miei lettori".

Ci sono testi che vede adatti a questi tempi?

"Il titolo dello spettacolo, che è anche quello di un racconto, nel quale troviamo una serie di persone che hanno un problema di ego, ma che poi fanno la stessa fine. Tutti siamo vittime della vanità spicciola, dell’opionione altrui e dunque la riflessione, feroce, è molto attuale".

Lei ha un grande legame con Bologna.

"Ho lavorato tanto qui nei primi anni e in molti sono convinti che io sia bolognese: non mi dà fastidio perché questa è una città che mi ha dato molto e che ha il suo peso. Non ho mai mancato una data qui".

Ripensando proprio ad altre fasi della sua carriera, ha mai nostalgia di programmi cult come Mai dire gol?

"Un po’, Mai dire gol è stata una trasmissione mitologica. Di certo la televisione è molto cambiata: ci sono giurie che votano... è diventato tutto un grande reality. Preferisco dedicarmi al teatro. Sto lavorando a una nuova regia di un classico".

Letizia Gamberini

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