Galleria Cavour Bologna, Gioia Martini. "Nuove firme e apertura alla città"

Parla la nuova proprietaria della parte storica del salotto della moda

Gioia Martini, nuova proprietaria della parte storica di Galleria Cavour

Gioia Martini, nuova proprietaria della parte storica di Galleria Cavour

Bologna, 12 settembre 2019 - Fare di Galleria Cavour «un centro di aggregazione culturale, di cultura della moda», attraverso gli eventi e favorendo «un collegamento fra la Galleria e il Museo della storia di Bologna». Gioia Martini, imprenditrice di 45 anni, è la nuova proprietaria della parte storica del salotto della città, che per lei ha sempre rappresentato «un luogo iconico» per le sue vetrine del lusso, che considera «un comunicatore di bellezza». Sul futuro promette di evitare stravolgimenti: «Ritengo che già ora sia un piccolo mondo perfetto». Ma qualche idea chiara ce l’ha: «Entreranno nuove griffes di altissimo livello».

Gioia Martini, perché acquistare Galleria Cavour?

«L’ho deciso alcuni mesi fa, perché credo nell’eccellenza delle griffe del lusso. Il lusso è da intendersi non in senso dispregiativo, ma come un comunicatore di bellezza. Credo in un commercio che, nel mondo dell’e-commerce, è un insieme di persone che si guardano, si parlano e consigliano. Ci sono due componenti che mi hanno spinta. Una di carattere emozionale: ho sempre visto e frequentato Galleria Cavour come affezionata cliente e per me rappresentava un luogo iconico della mia città. L’altro per una ragione imprenditoriale, data dalla speranza di continuità reddituale».

Che significa «comunicatore di bellezza»?

«Dietro al lusso c’è l’ingegno dell’uomo, il talento degli stilisti, la tecnologia, l’innovazione. I commessi hanno grande preparazione, sono persone dotate di grande professionalità. Trovo che la forza di questo investimento siano anche i conduttori, multinazionali da cui c’è solo da imparare».

Ha detto che Bologna è la ‘sua’ città. La sua famiglia però proviene da Conselice, dove ha fondato Unigrà.

«Vengo da una famiglia romagnola, ho studiato Giurisprudenza a Bologna dove mi sono laureata nel 1998. Poi mi sono definitivamente trasferita qui. Ho fatto un’esperienza nel campo dell’avvocatura, prima di costituire la mia società nel settore immobiliare».

Che progetti ha per l’immediato?

«Imparare tutto quello che il precedente staff, condotto dalla famiglia Sassoli de Bianchi, vorrà trasferirmi, affiancandomi, per insegnarmi tutto quello che hanno fatto e che ci sarà da fare».

Si parla di un possibile ingresso di Cipriani. È così?

«Abbiamo molte idee su cui lavoreremo, vanno tutte nella direzione di assicurare uno standard di eccellenza della galleria. Su Cipriani non posso confermare né smentire. Se si dovesse pensare al food sarà solo di eccellenza. Ma verrà sviluppato solo se e quando prenderemo in considerazione questo progetto, magari nelle adiacenze della galleria».

E i progetti a lungo termine? Ha fatto sapere di voler riqualificare una palazzina in via Goidanich di sua proprietà, adiacente alla Galleria. Pensa di ampliare Galleria Cavour?

«Io ritengo che già ora Galleria Cavour sia un piccolo mondo perfetto. Non ritengo che ora servano stravolgimenti. La famiglia Sassoli de Bianchi ha fatto un ottimo lavoro e non ci saranno cambiamenti strutturali determinanti, anche se per ciò che ci sarà da migliorare lavorerò con impegno. In via Goidanich voglio r istrutturare la palazzina e questo sarà un richiamo maggiore per far affluire i turisti dalla zona delle Due Torri alla Galleria, di giorno e di notte».

Il Comune ha auspicato che non ci sia una ‘declassificazione’ delle attività presenti in Galleria Cavour. Resterà il ‘salotto del lusso’?

«Assolutamente sì: per ora posso solo dire che entreranno nuove griffes di altissimo livello, che piaceranno moltissimo soprattutto alle donne».

Qualche anno fa c’era La Perla. Potrebbe tornare?

«Non posso ancora sbilanciarmi su chi i brand rappresenteranno».

Pensa che siano in possibili collaborazioni con gli altri attori della città?

«Si potrebbe favorire un collegamento fra la Galleria e il Museo della storia di Bologna. Una mia aspirazione sarebbe far uscire la storia della moda dalle aule universitarie per portarla in Galleria. Vorrei che Galleria Cavour con i suoi eventi rappresentasse un centro di aggregazione culturale, di cultura della moda. Credo che la moda sia un fattore culturale molto importante, lo è sempre stato nei secoli. Mi impegnerò perché Bologna sia sempre più, sulla scia di Milano, una città di riferimento nel panorama italiano. L’hanno già compreso i turisti, ma ci sono margini di miglioramento».

 

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