Giovani, carini e... figli famosi arrivano in città

Hopper Penn e Zoe Bleu Sidel all’Orione con il film ’Signs of love’. Il tour con Carlo Corbucci: "Amano le sale di quartiere"

Giovani, carini e... figli famosi arrivano in città

Giovani, carini e... figli famosi arrivano in città

Arriva a Bologna Il premio Corbucci, dedicato ai due fratelli registi. Si tratta di un premio di 50mila euro per l’opera prima vincitrice, per sostenerne la distribuzione nei cinema grazie alla Nori film, nuova società di distribuzione creata da Carlo e Claudio Corbucci.

Corbucci, perché ha vinto ‘Signs of Love’?

"Il film è stato scelto dalla giuria presieduta da Gabriele Mainetti e la scelta è stata dettata dalla dolcezza, dall’onestà di questa storia, è parso un film fatto col cuore. Inoltre io e mio fratello siamo contenti perché il film indipendente americano degli anni Settanta fa parte del nostro dna e quello americano in particolare di mio padre e mio zio".

Qual era il cinema che piaceva a Bruno e Sergio Corbucci quando erano giovani?

"Hanno avuto due strade diverse. Sergio ha iniziato a lavorare dopo la guerra a Roma, con le produzioni americane che arrivavano in città e ha imparato ad amare il cinema western che poi l’ha influenzato poiché con Sergio Leone è diventato il re dello Spaghetti Western. Mio padre invece nasceva come scrittore di varietà e di teatro, poi è passato al cinema".

Anche voi vi siete innamorati del cinema…

"Non ci hanno imposto nulla, è stata una cosa naturale, siamo cresciuti sui set e nelle sale cinematografiche. Loro facevano i film con gioia, era un’avventura, allegria, si faceva un film anche per fare un viaggio all’estero".

Lei è in tour con Penn e Sidel Arquette, fate parte del mondo del cinema, quali sono i racconti che vi scambiate?

"Sono due ragazzi dolcissimi, non parlano molto delle rispettive famiglie, ma ad esempio Hopper conosce i film di mio zio Sergio, perché a suo tempo video Django Unchained di Quentin Tarantino, ma suo padre gli ha detto di vedere l’originale Django di Sergio. Però il loro è davvero un altro mondo. È Hollywood".

Come stanno vivendo il tour che è fatto anche di cinema parrocchiali, come l’Orione?

"Forse hanno addirittura più apprezzato le anteprime che stiamo facendo nei piccoli cinema rispetto a quella di ottobre al Barberini. Hanno apprezzato tanto il contatto col pubblico che va a vedere il film nella propria sala di quartiere e alla proiezione al Cinema delle Province qualche giorno fa, siamo finiti a mangiare pizza a casa della bigliettaia, sono impazziti".

Che storia racconta ‘Signs of Love’?

"Si tratta di un film del regista americano Clarence Fuller, è la sua opera prima, un dramma sociale che si ispira alla sua storia personale. E’ ambientato nel sobborgo di Philadelphia dove è cresciuto, Port Richmond, e la storia Frankie, il protagonista interpretato da Penn, è liberamente ispirata alla sua".

Benedetta Cucci

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