"Giovani e di buona famiglia: sono gli insospettabili imprenditori della droga"

Roberto Pititto, capo della squadra mobile

Il capo della Mobile Roberto Pititto

Il capo della Mobile Roberto Pititto

Bologna, 9 novembre 2022 - Droga venduta in città da pusher giovani, italiani e magari incensurati. Lo spaccio ha cambiato volto?

"Se si dovesse fare una suddivisione, gli spacciatori cambiano a seconda del tipo di stupefacente – spiega Roberto Pititto, capo della Squadra mobile –. Parlando dello spaccio ’di strada’, l’eroina è di solito in mano ai tunisini, che si riforniscono dai pakistani. La cocaina tocca ai marocchini, o è gestita da nigeriani e tunisini. Italiani e albanesi intervengono sui quantitativi medio-grandi. Per le cosiddette droghe leggere, hashish e marijuana, sulle grandi quantità il commercio è dei nordafricani, soprattutto marocchini, il microspaccio di piazza Verdi e XX Settembre per intenderci è invece per lo più dei centrafricani. Questo spaccato emerge dalle nostre quotidiane attività d’indagine, dai sequestri e dagli arresti. Ma è un mondo aperto: chi ha il prezzo migliore la spunta".

Lunedì avete arrestato un ventiduenne con oltre cinque chili di droga in casa. Un business di insospettabili?

"Basta che un giovane abbia una buona capacità di organizzazione, le conoscenze giuste e una quantità di denaro sufficiente per ’l’investimento’ iniziale che in poco tempo riesce a farsi una propria clientela, ad acquistare e smistare facilmente la sostanza. La droga costa sempre meno, ormai è alla portata di tutti, e la richiesta a Bologna è altissima. Chi ha i contatti con qualche canale illecito può provare a inserirsi nel giro. Tra questi ci sono ragazzi di famiglie per bene, del tutto insospettabili. Si inventano imprenditori della droga".

Siete sempre più impegnati nelle attività anti spaccio e di recente avete arrestato membri di organizzazioni ben strutturate. La droga scorre a fiumi, qui?

"La richiesta è continua nonostante le nostre quotidiane attività di repressione e investigative. La piazza bolognese richiama sia il piccolo o micro spaccio, perché ci sono tanti giovani (ma i consumatori non sono solo giovani, né solo studenti, sia chiaro), sia le organizzazioni più ampie, perché è un crocevia strategico. A febbraio abbiamo eseguito un grosso sequestro ai danni di un gruppo di dominicani che lavorava a livelli altissimi: i suoi membri piazzavano 2030 chili di coca con la stessa facilità con cui se ne potrebbero smistare 20 grammi. C’è poi il giro d’affari gestito dagli albanesi, che muove ingentissime quantità di cocaina a livello internazionale. Sono tutti soggetti insospettabili, facce presentabili con alle spalle in realtà collegamenti criminali in diversi Paesi. Nei loro sodalizi ci sono anche molte donne, perfettamente integrate e non certo con ruoli subordinati".

Insomma, il lavoro non finisce mai.

"Effettuiamo sequestri e arresti tutti i giorni, ogni mattina portiamo qualcuno in tribunale per il processo in direttissima. Ma è un continuo. Per fortuna tanti cittadini collaborano, ci arrivano molte segnalazioni di attività di spaccio su cui poi noi interveniamo. Ci mettiamo tutto il nostro impegno, sia nelle attività più immediate di repressione, sia nelle indagini più ampie, che richiedono tempo e pazienza".

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