CronacaBologna, morto a 21 anni: il dolore del datore di lavoro: "Giovanni, grande perdita"

Bologna, morto a 21 anni: il dolore del datore di lavoro: "Giovanni, grande perdita"

Walter Gilli, della Torneria di Casalecchio: "Era sempre l’ultimo ad andare via". Lo strazio del padre: "Questi 21 anni insieme sono stati immensi"

Giovanni Gandolfi, qui a bordo nella barca del titolare della Torneria Gilli

Giovanni Gandolfi, qui a bordo nella barca del titolare della Torneria Gilli

Bologna, 2 luglio 2022 - "Non era certo di quelli che, arrivata l’ora di fine giornata, buttavano il martello sul tavolo, chiudevano bottega e andavano a timbrare l’uscita". Questo il primo ricordo che Stefano Gilli, titolare della Torneria Gilli di Casalecchio, racconta di Giovanni Gandolfi, il 21enne di Crespellano morto mercoledì sera dopo l’impatto della sua moto, su cui viaggiava assieme alla fidanzata, con un’auto sulla strada che collega Monteveglio alla Muffa. E ieri ricordato con uno straziante post su Facebook dal padre : "Ciao Gio – scrive il papà –, ti abbraccio qui per l’ultima volta e ti dico che i 21 anni che ci hanno concesso di trascorrere insieme, sono e rimarranno sempre nella nostra mente, indelebili e perenni. Ci mancherai da morire e sono sicuro che tante volte avremo l’impressione di vederti sbucare con il tuo sorriso e ti saluteremo come ci fossimo visti un minuto prima. Ti ho e ti abbiamo amato tutti, anche coloro che non hanno avuto la fortuna di averti avuto come figlio. Ciao Gio, un immenso bacio, papà".

Il post dell'ex prof di Giovanni: "Nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta"

Un enorme dolore che ha toccato tutti. "Spesso e volentieri – prosegue commosso Stefano Gilli – Giovanni rimaneva ancora un po’ per terminare questo o quel lavoro, o per fare una commissione che non gli era stata nemmeno chiesta. Come qualche sera fa quando ha preso la tanica di raccolta dell’acqua dei condizionatori e ha innaffiato le piante del giardino". Fondata 70 anni fa da Walter Gilli, la Torneria Gilli da più di 50 si trova in via Picasso, dietro i capannoni dell’ex Bourgeoise che oggi ospitano aule e laboratori dell’alberghiero Veronelli. "E da tre anni che lavorava qui da noi – rivela il titolare – da quando aveva deciso di dedicarsi allo studio, all’Itis Belluzzi, dove seguiva i corsi di meccanica e dove si era appena diplomato. La mattina seguiva le lezioni a scuola e il pomeriggio veniva a lavorare per quattro ore qui da noi. Ben presto è entrato nel nostro sistema, ha preso confidenza con le macchine con cui realizziamo i nostri prodotti".

Giovanni non ha mai mancato un giorno di lavor o. "Lo avevo destinato nel reparto di attrezzeria. Era – prosegue il titolare – da subito diventato padrone di tutte le fasi di lavoro. Felicissimo il suo approccio con le macchine di alta precisione. Negli ultimi mesi avevamo acquisito una nuova macchina per le programmazioni più diverse. Dopo un breve corso di qualche ora, organizzato dall’installatore, Giovanni era già in grado di programmare numerose lavorazioni. Il bello del suo modo di lavorare era che ogni giorno mi dava un feed back, un riscontro dettagliato di tutto quello che realizzava".

I funerali di Gandolfi non sono stati ancora stabiliti. Grande lo strazio anche di Marco Fiorini, allenatore del ValsaCalcio. "L’ho visto crescere sportivamente – ricorda – fino a tre anni fa era in squadra con noi. Ha cominciato dagli esordienti, poi è passato tra i giovanissimi e infine, nelle stagioni del 2018-2019, era arrivato negli allievi. Nella stagione 2019-2020 era passato negli juniores, ma poi è arrivato il Covid e lui ha cominciato a lavorare. Giocava da esterno, terzino e ala. Era bravissimo nella corsa, un ragazzo serio e preciso, diligente negli impegni".

Anche a Castello di Serravalle Giovanni Gandolfi era molto conosciuto. "Dopo la morte di mio figlio – racconta Daniele Balboni, padre di Giuseppe, il 15enne di Castelletto ucciso da un coetaneo a metà settembre del 2018 – Giovanni ha fatto parte dell’associazione culturale ’Gli Amici di Balbo’".

 

 

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