Giovanni Padovani in carcere: rilassato e impassibile

Rilassato, impassibile, senza lacrime. Il killer di Alessandra Matteuzzi mercoledì a pranzo si è seduto a tavola con gli altri detenuti e ha mangiato di gusto

Bologna, 26 agosto 2022 – "Io e Alessandra Matteuzzi stavamo ancora insieme. Ci vedevamo poco solo perché eravamo lontani". Giovanni Padovani lo ha detto alla polizia. E lo ripete anche adesso, in carcere. Sembra fuori dal mondo. Sembra non aver neppure capito di avere le mani sporche del sangue di lei. Il ventiseienne, arrestato per aver ucciso a martellate la ex compagna Alessandra Matteuzzi, è arrivato alla Dozza mercoledì mattina, intorno alle 10,30. E da quel momento è rimasto sempre tranquillo. Mai una lacrima, un cedimento. Nessun segno apparente di consapevolezza del male provocato. Della vita che ha spezzato.

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Intorno all’ora di pranzo di mercoledì, si è seduto al tavolo assieme ai suoi compagni della sezione ‘nuovi giunti’ della casa circondariale e ha mangiato di gusto. E poi ha incontrato il suo avvocato, Enrico Buono, con cui ha avuto un colloquio, in vista della convalida che si terrà questa mattina, davanti al gip Andrea Salvatore Romito.

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Padovani resterà, come prevede il protocollo sanitario, alcuni giorni in questa ala del carcere, limitrofa all’infermeria, dove divide adesso la cella con altri due detenuti. Non è guardato a vista, non è ritenuto soggetto a rischio suicidio, benché martedì, mentre saliva in macchina verso Bologna per uccidere Sandra, abbia pubblicato sui social una storia dove annunciava che fosse "giunto il momento di andarsene". In realtà, se a una morte alludeva, non era la sua, ma quella di lei.

E proprio per l’orrore del suo delitto, l’atrocità di un simile gesto, probabilmente Padovani, qualora il giudice dopo la convalida disponga per lui il carcere come da richiesta del sostituto procuratore Domenico Ambrosino, non verrà trasferito al secondo piano del padiglione giudiziario, tra i detenuti comuni in attesa di giudizio

. Potrebbe infatti valutare di richiedere di essere associato alla sezione ‘protetta’, dove si trovato autori di reati particolarmente odiosi, come stupri, pedofilia. E femminicidi, appunto. Questo per evitare che alla legge dei tribunali si sostituisca quella legge non scritta che vige ancora tra la popolazione penitenziaria.

La stessa legge che invoca il popolo dei social. Su Instagram, in calce alle tantissime fotografie in pose sexy, tra abiti alla moda e apiritivi in locali vip, postate nel tempo dal calciatore assassino, i commenti di odio adesso si ripetono a centinaia, mischiati a quelli di chi invoca giustizia per la povera Sandra, massacrata da un uomo che le diceva di amarla e intanto in macchina teneva il martello con cui l’avrebbe uccisa.

Tra questa mole di profili che affollano la bacheca di Padovani, ce ne sono due, con nomi chiaramente fake, che difendono l’assassino dalle offese e da chi chiede che "marcisca in galera", sostenendo che per lui non ci saranno pene troppo severe. C’è chi sostiene si tratti di amici o famigliari del killer. E chi, invece, pensa a ragazzini provocatori. La verità la scrive un utente, che penetra oltre lo strato superiore di rabbia: "Non hai rovinato solo la sua di vita, ma soprattutto la tua. Avevi una bella vita davanti. Che tristezza". 

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