REDAZIONE BOLOGNA

Giri di Filuzzi al ’baladur’ di Villa Smeraldi

Straordinario tuffo nel passato domenica nell’ex balera ’Incanto Verde’, dove si esibirono anche Claudio Villa e Adriano Celentano

Giri di Filuzzi al ’baladur’ di Villa Smeraldi

Era una Italia che, uscita dalla guerra, percepiva che gli anni del boom economico erano vicini, mentre era in atto la trasformazione della civiltà contadina in una società maggiormente consumista. Un cambiamento epocale che a Bologna fu scandito dai ritmi e dalle melodie della filuzzi, musica da ballo per eccellenza, che riempiva le tante balere di città e provincia. Come il celebre ‘baladur’ nel parco di Villa Smeraldi a San Marino di Bentivoglio, adesso sede del Museo della Civiltà Contadina che riaprirà straordinariamente per una serie di appuntamenti ‘alla Filuzzi’. Il primo è il 3 settembre. Si danzerà anche il 17 settembre, l’1, il 15 e il 22 ottobre.

La balera, conosciuta come "Incanto Verde", fu inaugurata nel 1947 per desiderio degli abitanti della zona e per vent’anni è stata una delle sale più famose della campagna bolognese, ospitando stelle nazionali come Claudio Villa e Adriano Celentano e grandi protagonisti del suono popolare in particolare Leonildo Marcheselli, che della filuzzi è considerato il maggior divulgatore. Un artista il cui straordinario patrimonio artistico è oggi diviso tra Archiginnasio, Cineteca e Discoteca di Stato a Roma.

La rassegna rientra nell’ambito di Filuzzi in piazza, promossa dal Comune di Bologna con la Città metropolitana, per valorizzare il patrimonio culturale della Filuzzi. Prenotazione obbligatoria a segreteria.museo@cittametropolitana.bo.it Tel 3316779664

Paolo Marcheselli, Lei, con suo fratello Marco, è l’erede culturale di Leonildo, con il quale avete per anni suonato. Suo padre si è esibito spesso a Villa Smeraldi?

"Era una delle piste da ballo più importanti della provincia, era entrata in un circuito nazionale e non ospitava solo le orchestre della Filuzzi, ma anche i nomi più noti della musica leggera di allora. In una delle serate dove suonò mio padre, l’altra attrazione era Wilma de Angelis. Era normale avere delle figure molto diverse e capitava che i musicisti delle orchestre locali fossero poi chiamati a accompagnare gli artisti che arrivavano da fuori Regione"

Quella di Bentivoglio era una zona della provincia piena di balere

"Solo a Bentivoglio, oltre a Villa Smeraldi, si ballava anche nel Castello. E proprio lì, negli anni 50, avvertimmo l’arrivo in Italia del rock’n’roll che avrebbe cambiato tutto e così il repertorio dell’orchestra di mio padre si ampliò, includendo anche i brani degli ‘imitatori’ italiani di Elvis, come Adriano Celentano. E Io, che ero giovanissimo, diventai il cantante del gruppo, e mi cimentavo con i classici dell’epoca come 24.000 baci"

Leonildo non si limitava alla fluzzi, in quelli anni

"Nelle balere avevi tipologie di pubblico differenti, le famiglie venivano per le gare di danza a base di polka, mazurka e valzer. I più giovani iniziavano a essere più insofferenti, e quindi, dopo le canoniche ore di filuzzi, dedicavamo almeno 20 minuti ai suoni di oltreoceano. Leonildo era un virtuoso dell’organetto bolognese, il suo strumento, e lo adattava perfettamente anche al rock’n’roll"

Pierfrancesco Pacoda