Giuseppe Amato "Pilastro, la telefonata? La valuteremo, anche se era già stata vagliata"

Il procuratore capo poi sulle motivazioni della sentenza Cavallini: "La impugneremo, tutto era già nella nostra contestazione"

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di Nicola Bianchi

Procuratore Giuseppe Amato, lunedì è stata depositata dai carabinieri un’informativa con l’intercettazione, pubblicata dal Carlino, del padre di Simonetta Bersani, la superteste che accusò i Santagata per la strage del Pilastro. Gli ha già dato un’occhiata?

"La valuteremo con attenzione come tutte le carte che arrivano in questi uffici. Ogni cosa deve avere un proprio percorso formale che dovrà essere ben codificata. Quella telefonata, comunque, era già agli atti e valutata in un processo. Ma al momento non c’è nessun tipo di inchiesta aperta".

Nella sentenza che ha condannato Gilberto Cavallini per la strage alla stazione, il giudice Michele Leoni critica parte del vostro lavoro, in particolare per la parola ’spontaneismo’, legata ai Nar, che gli avrebbe impedito di qualificare la strage come politica e di Stato. Cosa ne pensa?

"Non abbiamo commesso nessun errore e la impugneremo".

Impugnerete la sentenza?

"Sì, i colleghi Gustapane e Scandellari sono già determinati in questo, ovviamente con il mio assenso".

Per quale motivo?

"La contestazione era assolutamente pertinente e in grado di affermare la responsabilità come strage di natura politica e terroristica. Soprattutto, quello che mi pare evidente, al di là della puntualità della stessa, è l’ampiezza di un dibattimento sviluppato in Corte di Assise in un arco temporale estremamente lungo".

Con il contraddittorio...

"Certo, assolutamente pieno delle parti. Se ha legittimato una sentenza, che si è dilungata su tanti aspetti, rispetto a quella che era la domanda giudiziale, cioè la responsabilità in ipotesi di Cavallini, certamente questo dibattimento avrebbe tranquillamente consentito al giudice di arrivare ad affermare quella contestazione come era stata fatta originariamente da noi".

Non pensa che in quelle 2.118 pagine, contro il lavoro del suo ufficio siano state usate parole a tratti troppo dure?

"Io non commento gli altri. La capacità di sapere scrivere e essere pertinente nel farlo, è una capacità individuale sulla quale ognuno può trarre il proprio giudizio. Per questo non mi esprimo sugli altri, mi limito semplicemente a valutare il mio di stile".

Cambiando discorso, lunedì è iniziato il trasloco del tribunale. Cosa ne pensa?

"Sono contento, finalmente il tribunale dovrebbe avere questa sede migliore, soprattutto adesso assolutamente necessaria. In un contesto di emergenza come l’attuale, lo svolgimento dei processi in presenza è una situazione potenzialmente molto a rischio. Se c’è un assembramento, per quanto un giudice possa essere attento a calibrare le presenze, il rischio contagio resta sempre. Ora avere aule e uno sfogo migliore è molto positivo e tranquillizzante".

A proposito, a che punto sono i fascicoli sui morti nelle Rsa?

"Vanno avanti, alcuni sono stati archiviati, altri hanno bisogno di approfondimenti".

Ci sono indagati?

"Per adesso ancora no e non serve fare del sensazionalismo".

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