CHIARA GABRIELLI
Cronaca

GIUSTIZIA Duello sulle carriere. Primo dialogo Anm-avvocati

A Bologna confronto serrato tra il leader delle toghe Parodi e l’Unione delle camere penali .

A Bologna confronto serrato tra il leader delle toghe Parodi e l’Unione delle camere penali .

A Bologna confronto serrato tra il leader delle toghe Parodi e l’Unione delle camere penali .

Un duello serrato e senza esclusione di colpi. Ma con un’apertura al dialogo sul finale. Il tema della separazione delle carriere accende gli animi al confronto di ieri organizzato da Extrema Ratio, Fondazione Forense Bolognese, Ordine degli avvocati di Bologna e Camera Penale di Bologna, nella sala Cappella Farnese a Palazzo d’Accursio, affollatissima per l’occasione. Incalzati dalle domande del moderatore, il vicedirettore del Resto del Carlino Valerio Baroncini, si sono ‘affrontati’ Francesco Petrelli, presidente Unione delle camere penali italiane, e Cesare Parodi, presidente Associazione nazionale magistrati, dopo i saluti del sindaco Matteo Lepore – che cita la strage del 2 agosto e Ustica come esempi di casi in cui i cittadini "non hanno mai smesso di bussare alle porte del tribunale" –, e quelli di Paolo Rossi, vicepresidente vicario Coa Bologna, di Gian Luca Malavasi, direttore Fondazione Forense Bolognese, di Nicola Mazzacuva, presidente Camera Penale ‘Franco Bricola’ e di Francesco d’Errico, presidente Extrema Ratio associazione, si entra nel vivo. Se Parodi sottolinea che "giudice e pm ricercano la verità, io voglio qualcuno che sia libero, oggi e in futuro. Io non voglio un lavoro facile, ma cercare la verità in modo indipendente", Petrelli ribatte che "la regola della separazione dei poteri è garanzia del funzionamento di uno Stato, perché ciascuno controlla l’altro. Il controllore e il controllato non possono stare dentro lo stesso organismo. Tenerli insieme significa violare radicalmente questa regola, che poi non è di destra né di sinistra". E, dopo passaggi sull’obbligatorietà dell’azione penale e sui due Csm separati, Petrelli insiste sulla "confusione tra chi controlla e chi è controllato, una confusione inammissibile, insopportabile. Il soggetto che vogliamo collocare al centro di questa riforma è il giudice, che nel nostro Paese è diventato una figura mitologica". Ed entrambi mettono l’accento sulla necessità di risorse: "La giustizia qualitativa richiede tempo e risorse – le parole di Parodi –. Dovremmo lavorare sulla collaborazione tra accusa e difesa. Io dico: dialoghiamo". E aggiunge che "non ci sono solo i grandi criminali: serve la forza degli amministrativi, servono i giudici di pace, la giustizia deve essere rapida. I soldi del Pnrr si potevano spendere meglio". "Abbiamo dei rottami, delle macerie – chiude Petrelli –. Possiamo ricostruire insieme questo sistema".