Giustizia fra lentezza e paradossi

Il pianeta Giustizia è un groviglio nel quale può accadere ogni cosa fra lentezze e casi paradossali. Senza tornare alla causa di Ustica, dove appunto il processo penale non ha provato l’ipotesi del missile mentre un giudizio in sede civile lo ha certificato, basta sfogliare il giornale dei giorni scorsi e rileggere un’altra vicenda verificatasi a Bologna. Il cronista del Carlino Nicola Bianchi ha raccontato una storia dove due studenti accusati dello stupro di gruppo di una ragazza in un appartamento sono stati assolti in sede penale e condannati invece in sede civile al pagamento di 12mila euro da versare alla vittima. Dunque alcuni giudici li ritengono innocenti e quello di un altro collegio colpevoli. Un paradosso che non contribuisce ad infondere fiducia nel sistema giudiziario. E’ normale che in primo grado si possa essere condannati e poi assolti nei gradi successivi di giudizio, ma che in due ambiti diversi, penale e civile appunto, si giunga a conclusioni opposte non può che lasciare stupiti. E purtroppo anche la Giustizia lumaca è un altro malessere italico da cui non si riesce a guarire. Anche l’ Europa attraverso l’Eu Justice Scoreboard, il rapporto annuale di comparazione fra i sistemi giudiziari dei paesi membri, ha rilevato come nel nostro Paese servono in media 500 giorni per una sentenza di primo grado e oltre 1.200 per una di terzo grado. E tutto questo, se permettete, non è vera Giustizia.

mail: beppe.boni@ilcarlino.net

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