"Giusto vietare l’uso fra i banchi"

"I docenti non riescono a controllare tutto: meglio un regolamento chiaro"

"Il cellulare in classe? No assolutamente. Il problema si risolve facilmente: due minuti per metterlo nella scatola e due per toglierlo. Al massimo si può utilizzare durante la ricreazione". Ha le idee molto chiare Costanza Gagliano, mamma di due bimbe di 13 e 10 anni, che fa parte della consulta di Cinnica. "Il cellulare è uno strumento da governare". Se all’elementare la questione ‘cellulare sì o no’ quasi non si pone, è alle medie che cominciano i primi dolori. "Tutti ce l’hanno perché, andando a scuola da soli, è un discorso legato alla sicurezza. Il problema è che poi l’utilizzo può degenerare". "Gli insegnanti non ce la fanno a gestire anche questo: dicono sì di spegnerlo, ma gli studenti sono scaltrissimi".

Tra wifi e auricolari, si chatta, si inviano whatsapp o peggio ancora si girano video. Difficile per i ragazzini sconnettersi. "Durante la dad, la telecamera era accesa, ma anche il cellulare", rivela la mamma che, comunque, non dimentica come i genitori in questa partita giochino un ruolo fondamentale, "essendo, talvolta, i primi a sfruttare male lo smartphone". Per non parlare del fatto che, viaggiando ormai tutto su registro elettronico, i genitori vedono, ad esempio, l’esito di un compito "prima ancora che l’insegnante lo abbia consegnato e spiegato. Questo non va". Insomma il ’come’ utilizzare il cellulare va inserito "nel regolamento di istituto: quando il genitore lo sottoscrive significa che ne ha preso atto e che si impegna" ad un uso corretto.

f. g. s.

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