"Gli anziani vanno assistiti nelle loro case"

Il messaggio del cardinale Zuppi al convegno ‘Contare i giorni’: "Il modello delle Rsa va superato. Investire nel sistema domiciliare"

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di Massimo Selleri

Ogni vita ha bisogno di una casa. Questa è la sintesi dell’intervento del cardinale Matteo Zuppi durante il convegno ‘Contare i giorni’, organizzato dall’ufficio diocesano per la pastorale degli anziani. "La vecchiaia è un naufragio – ha ricordato l’arcivescovo –. È fastidiosa, è pure dura e viene considerata la malattia perchè ci rivela la nostra debolezza. La pandemia ci ha messo davanti alla nostra fragilità e abbiamo misurato tutti cosa sia la solitudine e l’isolamento, una condizione che troppo spesso riguarda gli anziani. Ci siamo sentiti tutti vecchi e abbiamo capito quanto poco sia protetta la vecchiaia, dato che la maggior parte delle vittime della pandemia erano anziani. Abbiamo scoperto quanto non abbiano significato perchè una vita pubblicitaria e pornografica incentrata sulla ricerca della prestazione, può pensare di non contare i giorni e di gestirli come crede, ma poi finisce per contare i secondi. Per non sciupare il tempo dobbiamo riempirlo di amore da dare e da ricervere, solo così lo possediamo davvero".

Quello del tempo è un tema strettamente legato al domani, perchè l’uomo ha nel suo dna quello di essere progettuale e quindi di non poter vivere al meglio l’oggi se non ha chiaro quello che è il suo orizzionte. "Se non c’è futuro per gli anziani, il futuro non c’è per nessuno. Il virus è un liquido di contrasto che ha messo in evidenza la situazione così come è, quindi, dobbiamo analizzare con attenzione quello che è accaduto per scegliere cosa cambiare". Più che un cambiamento le politiche sociali sugli anziani necessitano di una rivoluzione che comporta la possibilità per i figli di poter accudire i loro genitori.

"Bisogna avere il coraggio di ripensare il sistema – ha concluso l’aricevescovo – e non cercare qualche accomodamento perchè la vita sia sempre protetta. La ripresa della pandemia prevista e prevedibile impone di farlo in tempi brevi. Il modello residenziale deve essere opportunamente rivisto per privilegiare quello territoriale e domiciliare. Oggi investiamo in strutture residenziali tre volte quello che investiamo nell’assistenza domicialiare e fino a quando questo modello non verrà riequilibrato è difficile dire dove dobbiamo migliorare. La vita ha bisogno di una casa". Al convegno hanno partecipato anche padre Enzo Bianchi e lo psichiatra Eugenio Borgna.

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