Gli educatori sociali: "Non siamo dei pacchi"

Manifestazione in piazza, scontro con ’Asc Insieme’ dopo il mancato rinnovo del bando: "Con le persone fragili abbiamo condiviso i progetti"

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È scontro tra i Comuni e gli educatori che tra Casalecchio, Sasso, Zola, Monte San Pietro e Valsamoggia si prendono cura degli studenti con problemi certificati. Martedì sera un centinaio di questi professionisti dei servizi sociali con genitori e ragazzi hanno occupato il piazzale antistante il municipio di Casalecchio per un’assemblea che ha dato voce all’opposizione all’esito della gara europea di appalto indetta dall’azienda dei servizi sociali (Asc InSieme) che ha visto assegnato il servizio alla cooperativa sociale Aldia, con sede a Pavia e il mancato rinnovo di incarico alle cooperative bolognesi Cadiai e Libertas. Un appalto che vale quasi due milioni di euro l’anno (quasi 11 milioni per i 5 anni e mezzo di durata prevista) e che coinvolge i 120 educatori professionali che da un decennio si prendono cura dei minori certificati inseriti nelle scuole del distretto.

Stesi sul selciato e appesi al collo i cartelloni sui quali sono state ribadite le ragioni per le quali gli operatori, in gran parte donne che vengono pagati ad ore e che fanno fatica a raggiungere i mille euro al mese, hanno contestato punto su punto quanto sostenuto nei giorni scorsi dai vertici di Asc Insieme, dal sindaco di Casalecchio (e presidente dell’Unione) Massimo Bosso e dal sindaco di Sasso (nonché assessore ai servizi sociali dell’Unione) Roberto Parmeggiani.

Per Bosso una contestazione che torna a distanza di undici anni, quando era semplice assessore e si trovò a fare i conti con una manifestazione con corteo che occupò le strade del centro. Uno scenario che potrebbe ripetersi secondo gli ‘Educatori contro i tagli’ che hanno annunciato iniziative di lotta e richieste di incontri con i sindaci. Oltre a sostenere che la valutazione economica ha fatto la differenza nell’esito e nell’aggiudicazione provvisoria alla cooperativa lombarda, gli operatori hanno rifiutato la logica della precarietà, della prospettiva di dovere passare alla coop vincente pur di conservare il posto di lavoro.

La coop Aldia ha infatti dato il via al reclutamento del personale residente in zona proponendo inizialmente contratti a tempo determinato per prestazioni dalle 12 alle 35 ore settimanali. "Combattiamo la logica delle gare di appalto perchè i servizi sociali dovrebbero essere affidati a personale dipendente dai comuni. E invece il risultato è che ci trattano come pacchi, come mercenari che lasciano una cooperativa che ci ha dato lavoro e formazione, con la quale abbiamo condiviso progetti con persone fragili e le loro famiglie, per inseguire una coop che ha vinto in gran parte per una migliore offerta economica", hanno denunciato i manifestanti consapevoli del fatto che il parametro della continuità educativa presuppone che buona parte di essi accetti di passare ad Aldia. E si accende anche il dibattito politico come annunciato da Simone Rimondi, Stefano Colangeli e Bruno Cevenini, consiglieri di opposizione di Valsamoggia e Casalecchio.

Gabriele Mignardi

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