GABRIELE MIGNARDI
Cronaca

Gli ultimi orologiai abbassano la serranda

Zola, chiusa dopo 40 anni di attività la bottega dei fratelli Enrico e Luca Caruso: "Avremmo lavorato solo per le tasse, andiamo in pensione"

Chiusa dopo 40 anni di attività la bottega dei fratelli Enrico e Luca Caruso: "Avremmo lavorato solo per le tasse, andiamo in pensione"

Chiusa dopo 40 anni di attività la bottega dei fratelli Enrico e Luca Caruso: "Avremmo lavorato solo per le tasse, andiamo in pensione"

La serranda a mezz’asta e un cartello piazzato sulla vetrina ormai spoglia che annuncia il ‘chiuso per cessata attività’. Dopo quarant’anni di vita il 31 dicembre la gioielleria Fratelli Caruso ha chiuso definitivamente il negozio-laboratorio che i due fratelli, Enrico e Luca, aprirono insieme nel 1984, quando avevano rispettivamente 22 e 21 anni. Entrambi diplomati in meccanica di precisione al Fioravanti, a Zola erano rimasti gli ultimi orologiai artigiani. Con l’età e i versamenti necessari, hanno deciso a malincuore di andare in pensione, nonostante la possibilità di continuare.

"Ci abbiamo provato, ma col sistema di tassazione esistente e la richiesta di affittare il nostro spazio all’agenzia immobiliare vicina, a conti fatti avremmo lavorato solo per pagare le tasse. E così abbiamo preso questa decisione sofferta", dicono in perfetta sintonia i fratelli orologiai, noti anche per la condivisa passione della musica. "Siamo stati fra gli ultimi a diplomarsi nella scuola per meccanico orologiaio delle statali Fioravanti, oltre all’oreficeria siamo stati in grado di prenderci cura a tutto tondo degli orologi sia al quarzo che meccanici. Ci sembra ieri, ma ormai sono passati 40 anni dal 14 luglio 1984. E’ un bel traguardo, raggiunto grazie alla famiglia e alla fiducia di tanti. Anche la musica è una passione trasmessa dai nostri genitori, ha le stesse esigenze di dedizione e precisione della meccanica degli orologi, ai quali abbiamo dedicato tutte le nostre attenzioni". Una ‘missione-precisione’ riconosciuta pochi giorni fa anche dal Comune che dalle mani del sindaco ha consegnato loro un diploma che sottolinea la dedizione e la lunga permanenza di un servizio utile alla comunità non solo zolese.

"Abbiamo avuto clienti da tutto il circondario e ne avremmo avuti ancora tanti. Ma ci sono anche ragioni strutturali: ormai il sistema dell’usa-e-getta è diventato dominante. Siamo in grado di riparare tutti i tipi di orologio, dal cucù alla pendola, come quella che batte ancora le ore nella canonica della chiesa parrocchiale. O quello al quarzo col quale sostituimmo il meccanismo antico rubato nella sacrestia dell’abbazia". E poi c’ la situazione ormai strutturale del commercio locale: "Con la nostra vetrina accesa siamo stati anche un presidio per il centro. Vogliamo ringraziare prima di tutto i carabinieri che ci sono sempre stati vicini. Ma anche un sistema formativo che ci ha fatti approdare dietro il banco con le conoscenze e le competenze necessarie, importanti per durare nel tempo e per conquistare la fiducia dei nostri clienti che salutiamo e ringraziamo".

Bologna, 26 dicembre 2024 - Tutto a 14,99: la parabola di Valli racconta le contraddizioni del nostro vivere. Da neogzio di pregiatissimi tessuti, nuvole da sogno che vestivano le dame bolognese nei gran balli, il locale ora ospita una catena di fast fashion. Ma l'addio a Valli è solo l'ultimo in ordine di tempo: da decenni, il centro di Bologna vede restare al suo posto solo le insegne, mentre i pezzi di storia se ne vanno per sempre.

Ecco un breve e non esaustivo viaggio nei più famosi, in quelli che hanno segnato epoche, che hanno portato il nome di Bologna nel mondo. E' il segno dei tempi? Forse, ma un viaggio amarcord lascia sempre una punta di amaro.