"Grazie agli operatori di Villa Bellombra"

Emma Luppino Manes ringrazia Villa Bellombra e il suo personale per aver contribuito alla ripresa di suo marito, reduce da un trauma cranico. Una grande squadra di medici, infermieri, fisioterapisti, logopedisti e psicologi, che ha saputo trasmettere vocazione e talento, offrendo un servizio di grande qualità. Un ringraziamento che va a tutti gli operatori della struttura.

Riceviamo e pubblichiamo il ringraziamento di Emma Luppino Manes a Villa Bellombra e al suo personale.

Casteldebole: periferia nord-ovest di Bologna. Partendo dal centro, la strada è lunga e, nell’ultimo tratto, anche un po’ tortuosa: il taxi avanza lentamente, si blocca, l’autista esita, mi comunica ansia. Finalmente un ampio parcheggio che intravedo da lontano mi rassicura: siamo a Villa Bellombra, struttura sanitaria inaugurata da un anno appena e già diventata motivo di orgoglio per i proprietari e per tutta la squadra che vi presta servizio. Presidio ospedaliero accreditato: centro di eccellenza e fiore all’occhiello della Regione Emilia-Romagna, pensato e realizzato per la riabilitazione motoria e il recupero mnemonico- cognitivo di tutte le patologie di origine neuro-degenerativa. Dunque anche struttura di supporto per chi ha trascorso lunghi periodi in ospedale, a seguito di traumi d’ogni genere: che ha preso forma, in tempi brevi, grazie al contributo determinante della Regione e della disponibilità del suo Presidente, Stefano Bonaccini. Si coglie una perfetta armonia tra le linee sobrie ed essenziali del design, all’esterno, e l’ampiezza silenziosa degli spazi interni, voluti proprio per dar riparo e sicurezza a tanta sofferenza, per animare un percorso di vita alternativa. L’architetto Gianluca Brini, incaricato della progettazione, ha disegnato, con sensibilità ed esperienza particolari, le tappe di quel percorso.

Attraverso quei corridoi, entro anch’io, per pochi secondi, nelle voci e negli sguardi accorati degli ospiti di Villa Bellombra. Mi calo in quella nuova realtà, per condividere la mia giornata con tutta la gente della struttura: i giovani Oss, gli infermieri professionali, infine anche i medici, pronti a soccorrere, consolare, ammonire, talvolta anche a redarguire sommessamente gli ospiti più agitati e inquieti. Una grande squadra, cui vanno aggiunti i fisioterapisti, i logopedisti e gli psicologi: un team caratterizzato da marcate qualità professionali ed umane. Sembrano volare attraverso gli spazi e si accostano piano a chi chiede aiuto, sempre sottovoce e con infinita dolcezza: non ricordo d’aver mai visto un gesto di intolleranza o di fastidio, e neppure un cenno di stanchezza.

È stata per me una nuova occasione di incontro e di condivisione: ho riscoperto, dopo lunghi anni di insegnamento accademico, che cosa siano vocazione e talento, e come una Scuola attenta agli impulsi individuali, riesca ad appropriarsene, per poi veicolarli nella concretezza diffusa delle competenze. Dietro le varie figure professionali di Villa Bellombra, c’è stata e c’è ancora certamente una grande Scuola. Il mio grazie e quello della mia famiglia, perciò, vanno prima di tutto ai signori Orta, ma anche a tutti gli operatori sanitari che la animano con un servizio di grande qualità, fino al personale amministrativo e a quello del bar-bistrot. Tutti, con ruoli e strumenti diversi, hanno contribuito alla ripresa di mio marito Emilio, reduce da un severo trauma cranico, durante due mesi di permanenza nella struttura. La mia profonda gratitudine m’indurrebbe ora ad abbracciarli tutti: ho scritto i loro nomi sulla pietra, cioè nella mente e nel cuore, ma non vorrei commettere l’errore di dimenticarne uno, non me lo perdonerei mai. Da ognuno di loro ho avuto in dono qualcosa di straordinario: che custodirò gelosamente.