Green pass Bologna. "Guarito due volte, ma la carta verde non arriva"

La storia di un avvocato trentenne rimasto nel limbo come migliaia di persone. "Ho contattato persino il Ministero, ma il mio certificato non si trova"

Green pass dopo guarigione non arrivato, l'odissea di un avvocato di Bologna

Green pass dopo guarigione non arrivato, l'odissea di un avvocato di Bologna

Bologna, 16 gennaio 2022 -  Prima, la selva oscura della quarantena. La porta dell’Inferno della positività, aperta dall’esito di un tampone. Poi, in teoria, il Paradiso della negativizzazione per tornar a rivedere le stelle. In teoria. Perché per centinaia e centinaia di persone, anche nel nostro territorio, tra l’inizio e la fine del calvario della positività al Covid c’è un nuovo scoglio da superare: un limbo, compreso tra l’esito negativo al tampone di uscita e l’arrivo del Green pass da guarigione.

"Oltre 14mila richieste per recuperare la carta verde"

Un arrivo ritardato dall’enorme mole di lettere di fine isolamento e aggiornamento dei certificati verdi da cui, proporzionalmente al boom di contagi, l’Ausl è stata sommersa.

Fino al caso limite, accaduto a un avvocato trentenne che "da quasi dieci giorni" aspetta di ricevere "il Green pass a seguito della guarigione al Covid e che mi serve per sostituire quello vecchio, in scadenza mercoledì prossimo". Ma andiamo con ordine, ripercorrendo il caso limite di una vittima prigioniera dell’inceppamento burocratico che si sta registrando durante questa quarta ondata, accelerato dopo la ’svolta’ dei tamponi rapidi in farmacia.

"Il 31 luglio scorso ho prenotato la prima dose di vaccino – ricorda l’avvocato trentenne –. Il 22 dello stesso mese però sono risultato per la prima volta positivo al Covid. Dopo una ventina di giorni, mi sono negativizzato il 10 agosto e in quell’occasione ho ricevuto regolarmente il Green pass da guarigione, valido fino al 18 gennaio (mercoledì prossimo, ndr)".

Atteso quindi dall’avvocato il tempo consigliatogli dal medico di base prima di prenotare di nuovo il vaccino, "ho ripresentato la richiesta per il 4 gennaio. Anche questa volta però, sfortunatamente mi sono ammalato ancora di Covid, il 29 dicembre scorso. Esito confermato il giorno successivo con un molecolare eseguito in un laboratorio privato e iscrizione nel fascicolo sanitario il 31". È qui che però, la pratica riguardante la malattia del trentenne pare, stando alla testimonianza, perdersi nel nulla.

"Fissato dal mio medico di base il tampone di uscita per il 7 gennaio, al Rizzoli, risulto nuovamente negativo e quindi guarito – continua l’avvocato –. A questo punto però, diversamente dal precedente, non ricevo nessun Green pass aggiornato. Temporeggio uno, due giorni. Ma a quasi dieci giorni dalla mia guarigione non ho ancora ricevuto nulla. Anzi".

L’avvocato infatti attraverso il proprio medico di base e un altro medico conoscente è venuto a sapere che "Il mio Green pass non esiste nel sistema informatico – denuncia –. Al contrario di quello di mio padre, incappato anche lui in questo ritardo, ma solo per uno slittamento dell’invio del certificato dovuto alla mole di richieste, il mio Green pass non risulta nemmeno prodotto dai sistemi". A questo punto, per l’avvocato scatta un’odissea di lettere, chiamate e e-mail nel disperato tentativo di avere "il Green pass di guarigione, senza cui tra pochi giorni, non potrò andare al bar, al palasport o allo stadio a vedere il Bologna, per cui ho abbonamenti già saldati e che perciò significherebbe anche un danno economico legato al disguido".

Dopo avere compilato il format sul sito dell’Ausl infatti "ho chiamato persino il Ministero della Salute, che mi ha spiegato come questo problema sia legato al via libera dei tamponi d’uscita in farmacia, che hanno intasato i sistemi regionali anche di Piemonte e Toscana. Ad oggi ancora però – conclude –, mi trovo bloccato in questo impasse che anche a livello di immagine rischia di farmi passare per un No vax, che non sono, quando invece sono stato semplicemente sfortunato e ora vittima di un sistema informatico all’interno del quale, sebbene mi sia stato confermato l’inserimento sia dal medico di base che dal laboratorio in cui ho fatto il tampone, sembra io non esista".

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