Bologna, Grossi e il caso rimozioni, si pensa alla class action

Codacons e Movimento cinque Stelle: “Le vittime si costituiscano parte civile“

La rimozione di un’auto

La rimozione di un’auto

Bologna, 10 novembre 2017 - Una pioggia di richieste di risarcimenti. È quella che potrebbe scatenarsi, semmai si arriverà davanti a un giudice, sulla testa di Sabino Grossi, titolare del Centro dell’Auto e ‘re’ delle rimozioni in città. Il gruppo consiliare del M5s e il Codacons hanno lanciato, infatti, una campagna per invitare tutti gli automobilisti che ritengano di aver pagato somme indebite per le rimozioni dei propri mezzi a costituirsi parte civile nell’eventuale processo. Al momento, infatti, Grossi ha ricevuto solo un avviso di fine indagine e si attendono le prossime mosse della procura.

L’inchiesta della polizia municipale, coordinata dalla pm Antonella Scandellari, lo vede indagato per truffa aggravata in concorso con dipendenti ancora da identificare. L’ipotesi investigativa è che il titolare abbia ordito una truffa ai danni degli automobilisti, facendo pagare loro – in circa un caso su tre, tra il 2015 e il 2016 – una somma superiore al dovuto per evitare che i mezzi venissero rimossi e portati al deposito, dopo che il carroattrezzi veniva attivato dalla polizia municipale. Se si arriverà a un rinvio a giudizio, proporsi come parte civile aiuterà anche "a tener conto dell’esito della vicenda ai fini dell’assegnazione dei futuri bandi", spiega l’avvocato Bruno Barbieri del Codacons che annuncia la costituzione di parte dell’associazione e sollecita anche il Comune a farlo.

"E’ importante che il Comune si costituisca parte civile", rimarca Marco Piazza del M5s. Sulle rimozioni si è creato "un monopolio di fatto con situazioni intollerabili – dice –. È giusto che chi sbaglia paghi, non si può sparare con i cannoni sulle mosche". Aderire alla causa con il Codacons, al costo simbolico di un euro di sottoscrizione, potrebbe, in caso di condanna di Grossi, portare al rimborso della somma eccedente pagata, più un danno che l’associazione stima tra i 500 e i mille euro. In questo contesto, "ci interessa il risarcimento – sottolinea Piazza – perché si certificherà che i cittadini stanno subendo dei danni per la modalità con cui il servizio è gestito".

A questo proposito, cattiva fede o meno, è impensabile che ad oggi ci si affidi a "pezzettini di carta", rimarca Piazza: urge "quanto meno un’informatizzazione del servizio: gli accertatori della sosta, per cifre molto inferiori, sono dotati di palmari. Strano che non fosse previsto nel capitolato". E poi, per i grillini va risolto il paradosso del ribasso sulle offerte: in passato, ricorda Piazza, un concorrente di Grossi è stato escluso perché il Comune ha giudicato "eccessivo il ribasso", ma di recente per la gestione del trasporto di mezzi incidentati o sequestrati il servizio è stato assegnato allo stesso Grossi "senza battere ciglio, pur di fronte ad un ribasso del 100%".

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