
Nicoletta Rossi, giornalista, ha lavorato a lungo al ’Resto del Carlino’
Giornalista da quarant’anni, a lungo cronista di nera e giudiziaria per il Resto del Carlino, dove è stata anche vice capo cronista, Nicoletta Rossi, bolognese doc, ha mantenuto nel tempo e anzi ancor di più praticato fuori dal giornale, quella curiosità verso il mondo e la sua città, che l’ha portata a scrivere con agilità e verve ’Bologna Adagio all’ombra dei portici’ (Enrico Damiani Editore), guida in uscita domani, ricca di itinerari per il turista che voglia scoprire lo spirito che aleggia all’ombra delle Due Torri, ma che farà innamorare ancora di più i bolognesi, con aneddoti storici, indirizzi contemporanei e scoperte. La presentazione sarà alle 18,30 alla libreria coop Ambasciatori, in dialogo con Mauro Bassini.
Nicoletta Rossi lei ha scritto una guida che rispecchiasse il suo modo di vivere e vedere la città?"È più che a misura mia, è mia al 100%, è un atto di amore verso Bologna, perché l’editore mi ha dato carta bianca e così l’ho costruita inserendo le cose che mi piacciono e degli itinerari cittadini che già avevo in mente e che ho ripercorso a piedi trovando cose nuove e scartandone altre. Per un anno ho rivisto Bologna con occhi nuovi".
Cos’ha scoperto che non conosceva?"La scoperta più eccitante è stata la chiesa del Sorriso, la cui vera intitolazione è a Santa Maria Maddalena, di cui parlo nell’itinerario ’L’università che non ti aspetti’: è una chiesa in via Zamboni 47 dove un parroco davvero lungimirante, Pierluigi Toffenetti, ha tolto la porta antica classica sagomata in tre parti e ha fatto installare una porta di cristallo che viene manovrata da un software e fa sì che tu possa entrare solo se sorridi. Se sei serio non entri in chiesa. La porta, che ha sviluppato un progetto di uno studente di Ingegneria, si deve al duo artistico Antonello Ghezzi e si intitola ’Mind the door’".
Per chi è pensata la sua guida?"Non è come una guida del Touring, mi verrebbe da definirla una ’seconda guida’, perché se non conosci un po’ Bologna forse capisci poco della città. Però di certo non è per un turista mordi e fuggi, perché le Due Torri ad esempio sono appena citate. La penso per chi ha voglia di capire lo spirito di una città, piuttosto che per chi vuol vedere tutto per poterlo raccontare. Il tempo passato qui dal mio punto di vista deve essere di qualità, quindi adagio, non tutto velocemente".
Come integra luoghi d’interesse e indirizzi più epicurei?"Ho pensato a degli itinerari di un’ora circa e i posti dove mando i lettori a mangiare, ad esempio, o i negozi interessanti che segnalo, non sono sempre quelli che frequento io, perché ho preferito suggerire quelli sul percorso, e per varie possibilità, tra cucina gourmet e bar meno impegnativi. Tener conto delle tasche di tutti per me era importante".
Benedetta Cucci