Bologna, 10 luglio 2018 - Si chiude con due condanne il processo di primo grado sul caso dello stage in Hera concesso al figlio di un ispettore dell’Anac mentre da parte dell’Autorità anticorruzione era in corso una verifica nella Multiutility. Il collegio dei giudici, presieduto da Stefano Scati, ha condannato a 2 anni e 8 mesi Alfredo Pirchio, all’epoca (era il 2015) ispettore dell’Anac e oggi passato ad altra amministrazione, accusato di essersi prodigato con un funzionario di Hera, Giancarlo Randi, affinché il figlio venisse preso per uno stage retribuito di sette mesi nell’azienda, mentre era appunto in corso una verifica dell’Anticorruzione su un bando della Multiutility (vicenda ha dato origine a un altro processo tuttora in corso).
Il reato contestato al pubblico ufficiale è induzione indebita a dare o promettere utilità, di cui risponde anche l’altro imputato, Randi, quadro intermedio di Hera, che è stato condannato a cinque mesi e dieci giorni. Il pm Morena Plazzi, sulla scorta delle indagini della Guardia di finanza, aveva chiesto 4 anni per l’ex ispettore Anac e un anno per il dipendente di Hera. Al tirocinio non seguì l’avvio di un rapporto di lavoro. L’ispettore non concluse l’ispezione per l’Anac e poi chiese il distacco dall’Autorità a un ministero, dov’è stato sospeso in via cautelativa.
I giudici hanno inoltre stabilito sanzioni amministrative di 103mila euro ciascuna per le società Hera e Herambiente, difese dall’avvocato Filippo Sgubbi: «Confidavamo in un’assoluzione – commenta Sgubbi –, faremo appello». Così anche il professor Vittorio Manes, legale dell’ex ispettore Anac: «A nostro giudizio c’erano tutti gli elementi per giungere ad una assoluzione, impugneremo la decisione».