Omicidio di Gaggio Montano, il figlio di Natalia Chinni: "Ho visto mia madre a terra, sembrava un film dell’orrore"

La drammatica testimonianza del figlio di Natalia Chinni al processo per l

Omicidio Gaggio Montano: la vittima Natalia Chinni e il presunto assassino Fabio Ferrari

Omicidio Gaggio Montano: la vittima Natalia Chinni e il presunto assassino Fabio Ferrari

Gaggio Montano (Bologna), 30 marzo 2023 – "Un film dell’orrore". È il figlio di Natalia Chinni, Federico, a essere seduto al banco dei testimoni, questa volta. Deve raccontare alla Corte d’Assise cosa accadde la sera del 29 ottobre 2021, quando trovò la madre di 72 anni senza vita nella taverna della loro seconda casa a Santa Maria Villiana di Gaggio Montano.

Per quell’omicidio è ora imputato il cugino di primo grado della vittima, Fabio Enrico Ferrari, 73 anni. Federico, giacca e cravatta e occhi azzurri che solo per un istante si velano di lacrime, ripercorre davanti al presidente della Corte Pier Luigi Di Bari, al pm Antonello Gustapane, al suo avvocato di parte civile Mario Bonati e a quelli della difesa Angelita Tocci e Franco Oliva, nonché all’imputato stesso, i tragici istanti di quella sera d’autunno.

"Era come in un film dell’orrore: lei era a terra, con gli occhi sgranati. Quando i carabinieri hanno dissequestrato la casa, poco prima di Natale 2021, il sangue era ancora lì, sul pavimento. La sagoma di mamma. Per mesi io e papà non abbiamo avuto il coraggio di ripulirla, l’abbiamo coperta con un lenzuolo. Poi, a febbraio ci siamo decisi: due passate di mocio ed è sparito tutto". Un racconto lucido e fermo. Natalia per l’accusa fu uccisa a colpi di fucile a pallettoni, per banali liti di vicinato, dal cugino Fabio, ex cacciatore, all’altezza della recinzione che divide i loro due cortili. Poi la donna si sarebbe trascinata in casa per chiamare aiuto, invano. "Fin da bambino sapevo che mia madre e suo cugino non andavano d’accordo. A volte dicevo: fatela finita – racconta Federico –. Credo che gli screzi si originasse perfino da un’inimicizia tra mio nonno e il padre di Ferrari, ma non so i motivi. Lui e mia madre litigavano sempre, soprattutto di recente. Lei aveva detto ai carabinieri che lui era un bracconiere e spargeva mais nel nostro giardino per attirare la selvaggina". Quella tragica sera, "arrivarono 70-80 persone, tra carabinieri, Scientifica, curiosi.

Ma Ferrari e la moglie non si affacciarono neppure. Quando i carabinieri bussarono, dissero che non avevano sentito nulla e richiusero subito la porta". In aula pure la sorella di Natalia, Clelia: "La verità, per me, è che mia sorella è stata uccisa da uno che voleva cacciare in pace. Lei aveva paura di lui, per sé e per me".

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