Bologna, condannati gli ex gestori dell’Hobby One

La sentenza con rito abbrevviato: due anni per bancarotta ai due fratelli Nisticò

L’ingresso della storica discoteca di via Mascarella, in pieno centro a Bologna21

L’ingresso della storica discoteca di via Mascarella, in pieno centro a Bologna21

Bologna, 21 luglio 2018 – Si conclude con una doppia condanna a due anni di carcere la triste parabola dei fratelli Nisticò, gli ex gestori dell’Hobby One, la nota discoteca di via Mascarella. Ieri il gup Gianluca Petragnani Gelosi ha infatti condannato Giovanni e Vincenzo al termine del processo con rito abbreviato, che dà diritto allo sconto di un terzo della pena. I due erano accusati di bancarotta fraudolenta e il gup ha accolto la tesi della Procura. Il legale dei fratelli Nisticò, Alessandra Altavilla, ha invece sostenuto l’innocenza dei suoi assistiti e, una volta lette le motivazioni, annuncia che farà «con tutta probabilità appello».

L’indagine del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza e del pm Francesco Caleca sfociò nell’estate dell’anno scorso in un blitz all’Hobby One e culminò nel sequestro preventivo del capitale sociale delle due società, la N2 srl e la Champagne srl, che gestivano all’epoca la discoteca, per un valore stimato di un milione di euro. Il più noto dei due fratelli è certamente Giovanni, calabrese d’origine ma bolognese d’adozione, il re delle notti riccionesi degli anni ’80 e ’90 quando gestiva lo storico locale Peter Pan. Una parabola finita in modo simile a quella dell’Hobby One, visto che nel 2009 Giovanni patteggiò un anno e nove mesi per bancarotta fraudolenta per il crac del Peter Pan.

Tornando sotto le Due Torri, i fratelli Nisticò fino al 2007 furono amministratori della Annix srl, la società che gestiva l’Hobby One poi dichiarata fallita nel 2012. Secondo l’accusa, i fratelli svuotarono di proposito la Annix, privandola dell’unico asset (cioè la disco) in grado di generare utili e lasciandovi solo i debiti, mantenendo però tramite parenti e prestanome la gestione di fatto (ricavi compresi) dell’Hobby One attraverso la N2 e la Champagne in affitto d’azienda. Sempre secondo gli inquirenti, nel 2007 i Nisticò cedettero due volte in due mesi, sottocosto, la discoteca, lasciando appunto alla Annix solo i debiti. Di qui l’accusa di bancarotta fraudolenta, ieri accolta dal giudice.

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