Housing sociale al Navile Il progetto per 121 alloggi

Nel comparto dell’ex Mercato. Fatta la gara di appalto si aprirà il cantiere

Housing sociale al Navile  Il progetto per 121 alloggi

Housing sociale al Navile Il progetto per 121 alloggi

È pronto il progetto esecutivo di housing sociale – con 121 nuovi appartamenti – nel Lotto H del Navile. Si tratta di un importante passo avanti nella riqualificazione del comparto dell’ex Mercato Ortofrutticolo. L’intervento nel Lotto H, cui sono stati destinati 28 milioni di fondi europei, è uno degli assi del progetto ‘Mille case per Bologna’, che prevede la costruzione di alloggi pubblici in affitto per famiglie a basso reddito e giovani coppie.

Il concorso per la progettazione di edilizia residenziale, bandito nel 2020 dal Comune, è stato vinto dal raggruppamento temporaneo guidato da Alfonso FemiaAtelier(s) con Main, Nier Ingegneria, Bios e Michelangelo Pugliese. Ora, fatta la gara di appalto, si aprirà il cantiere. "Si tratta di un progetto dedicato al sociale molto importante, perché si innesta su una parte di città molto significativa e in fase di grande sviluppo", commenta l’architetto Alfonso Femia.

Il progetto è caratterizzato da tre torri di dieci piani, connessi fra loro da edifici più bassi. In totale, spiega l’architetto, "sono previsti 121 alloggi, da 45 a 95 metri quadrati, pensati per ospitare da 1-2 a 6-7 persone". Le cantine sono 122, come i garage.

Le residenze sono orientate a sud est, a garanzia di benefici termici e fruizione della luce naturale. "Abbiamo lavorato molto con il colore", spiega Femia. La ceramica diamantata che riveste le tre torri, infatti, modula e intensifica l’effetto della luce naturale, creando riflessi mutevoli che caratterizzeranno fortemente l’edificio, in modo differente nell’arco della stessa giornata e delle differenti stagioni.

Il rivestimento ceramico, afferma l’architetto, "conferisce qualità" agli edifici e tenuta nel tempo, oltre a essere "elemento di dialogo fra le parti interne e l’esterno".

Nella corte sarà realizzata una vera e propria macchia urbana. Un boschetto che è luogo di ritrovo e allo stesso tempo"assolve alla funzione di filtro, mitigando l’impatto delle polveri e del rumore verso le aree interne".

Nel rispetto dei criteri di riuso delle risorse idriche e delle prescrizioni dei ‘Criteri ambientali minimi’, l’area a verde "è un giardino pluviale che raccoglie e filtra la pioggia".

È previsto anche un giardino in quota, sui tetti degli edifici bassi, per compensare il consumo di suolo necessario per la costruzione del complesso di edifici. "Si ristabilisce così, almeno in parte, un corretto rapporto tra costruito e ambiente naturale", afferma Femia. I tetti verdi saranno in parte privati, connessi agli appartamenti adiacenti e in parte a uso collettivo. Sui tetti non a verde verranno installati pannelli fotovoltaici per contribuire alla produzione di energia elettrica e all’acqua calda sanitaria.

Luca Orsi

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