Studentessa No Green pass a Bologna, i compagni di Silvia: "Basta lezioni interrotte"

Gli iscritti al secondo anno di Filosofia in una lettera: "Non neghiamo la libertà di dire il proprio pensiero, ma siano rispettati i diritti di tutti"

Silvia, la studentessa No Green pass di Bologna (Fotoschicchi)

Silvia, la studentessa No Green pass di Bologna (Fotoschicchi)

Bologna, 19 ottobre 2021 - Vittima o provocatrice? C’è un vizio di forma, o meglio di ruolo, che ormai avvolge il personaggio, più che la persona, di Silvia, studentessa di Filosofia ventenne divenuta il volto della protesta No pass all’ombra delle Due Torri. Il dubbio, sulla parte che la studentessa ricopre nella querelle che separa nettamente i fronti di chi è a favore del certificato obbligatorio per vivere gli spazi dell’Ateneo in presenza e chi no, inizia a farsi sempre più intricato, a seguito della risposta che a Silvia è arrivata direttamente dai colleghi di corso – al secondo anno di Filosofia –, quegli studenti che la ventenne in un messaggio avrebbe ’bollato’ come "filosofetti da quattro soldi" e che ora chiedono solo "di poter riprendere le lezioni in tranquillità".

Silvia infatti nei giorni scorsi ha interrotto due lezioni universitarie di psicologia cognitiva, per essersi presentata in aula priva di Green pass, e l’accaduto si è ben presto trasformato in un caso social e sociale, con il video della sua denuncia in piazza Nettuno – in cui la ventenne ha reso pubblici i presunti insulti e minacce fisiche ricevute dai colleghi – che è divenuto virale.

Battaglia virtuale. Da fiammella a incendio, la ventenne No pass ha poi pubblicato sul proprio profilo Instagram diversi contenuti di denuncia delle offese subite "omettendo però di essere stata lei a provocare le reazioni" secondo la versione dei compagni. È questa l’entrata a gamba tesa che i colleghi di Silvia le rivolgono, anche attraverso una lettera aperta, in cui i frequentatori del corso della professoressa Lugli specificano: "Noi vogliamo solo fare le lezioni senza nuovi disguidi. Noi siamo studentesse e studenti di filosofia, non potremmo mai negare il diritto di un’altra persona di esporre il proprio pensiero e di lottare per esso, così come non oseremmo discriminare le convinzioni altrui. Tuttavia, è necessario manifestare le proprie idee in un modo legittimo affinché non si metta a rischio la salute degli altri e non vengano intaccati diritti altrui".

Studentessa no Green pass Bologna, in aula arrivano i carabinieri

Passo indietro. La personale battaglia di Silvia, stando agli studenti, era già cominciata lo scorso 29 settembre, quando al corso di storia della Filosofia A la giovane si sarebbe presentata una prima volta senza Green pass, venendo in questo caso allontanata senza proteste. Da qui sono poi seguiti i due episodi noti di lezioni interrotte e discussioni de visu e sui social in cui sono volati anche parole e messaggi al vetriolo fra i coinvolti.

Tutti contro tutti. Dopo la discussione in facoltà infatti, il confronto è continuato fra le presunte offese, lamentate da una parte e dall’altra, su un gruppo Whatsapp. Da Silvia arriva la denuncia dell’accanimento, dai colleghi l’accusa alla ragazza di "essere una provocatrice". Ma dopo aver perorato la propria posizione, per essere stati investiti "da calunnie e accuse che ci sono giunte a livello nazionale", gli studenti di Filosofia tendono un ramoscello d’ulivo: "L’eco delle vicende si è distorto sempre di più entrando nella caverna dell’opinione, ma la speranza con cui ci esprimiamo è solo quella di riprendere le nostre lezioni in tranquillità".

 

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