Barberini Mengoli
Nelle scorse rubriche ho parlato del caffè San Pietro, della Libreria Zanichelli e del Cenacolo Carducciano, luoghi di ritrovo culturali e artistici bolognesi tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. Non poteva perciò mancare, in questo contesto di fine secolo, la presenza di giovani giornalisti. Infatti, immancabili e pieni di energia, desiderando stare insieme anche dopo il lavoro, istituirono un’Accademia che per qualche tempo visse senza statuto, senza leggi, senza accademici ufficialmente eletti, ricevendo il titolo solo perché partecipavano alle cene allestite qua e là nei ristoranti di Bologna.
I ristoratori erano ben contenti di averli come clienti quasi fissi per via del loro buonumore e comunque con le loro dissertazioni culturali elevavano il tono del locale. Purtroppo la risorsa del ristoratore era minima, perché non volevano spendere più di una Lira a persona. Da qui derivò il titolo di Accademia della Lira. Si capisce benissimo che, con così poca spesa, il menù dovesse essere molto ridotto e la cena di breve durata, ma l’arguzia dei giovani giornalisti fece sì che si prolungasse con l’arricchimento di battute, allegria di ogni tipo, burle e prese in giro, per cui si poteva passare sopra allo stomaco vuoto.
Ben presto artisti di teatro, scultori, musicisti, letterati si unirono al folto gruppo. Tra questi primeggiava l’emerito cronista del Carlino, Giuseppe Villani ed un altro redattore, sempre del nostro giornale, l’avv. Giulio Padovani tra i fondatori del Carlino. Entrambi in queste riunioni erano immortalati dalle spiritose ed argute caricature di Augusto Majani, detto Nasica, che, con questi mirabili schizzi, ha portato fino ad oggi il ricordo di questi importanti personaggi. Ritornando a Padovani è duopo ricordare un suo volumetto "Travestimenti carducciani", vale a dire una raccolta di oneste parodie di molte poesie del nostro poeta. Infatti Padovani adoperando quasi le stesse parole e rime, compose questo gustoso scritto, quando il Carducci riuscì ad essere eletto capo lista nelle elezioni amministrative a Bologna con suffragio quasi universale.