di Nicoletta
Barberini Mengoli
Nei giorni scorsi si è svolto al Museo Archeologico un incontro promosso da Italia Nostra, presieduta da Raffaele Milani, organizzato e condotto dalla storica dell’arte Jadranka Bentini. Molte erano le domande che si ponevano agli ospiti, tutti direttori dei nostri principale musei, nonché rappresentanti del Comune come Eva Degl’Innocenti, direttrice dei Musei Civici. Il quesito fondamentale verteva sulla coesione dei Musei bolognesi e se essi potessero essere una chiave di accesso privilegiato per la città e al contempo accrescerne lo sviluppo e la vivibilità. Eva Degl’Innocenti ha sostenuto il concetto di condivisione da parte del sistema museale bolognese con le altre realtà, evidenziato sia nella mostra diffusa dell’Ottocento, sia in ’Tramando’, che ha unito MAMbo con la Pinacoteca, quindi il civico con lo Stato. Ogni relatore ha sottolineato il proprio apporto culturale come Giuliana Benvenuti, presidente del Sistema museale del nostro Ateneo, per cui l’Università porta ricerca e formazione servendosi del digitale e della tecnologia ed Elena Rossoni per la Pinacoteca (il nuovo direttore Costantino D’Orazio era assente per impegni) ha elencato i miglioramenti fatti negli ultimi anni sull’organizzazione interna museale, ma soprattutto allacciando con la vicina Accademia di Belle Arti una fattiva collaborazione. La presidente della Fondazione Carisbo, Patrizia Pasini, ha sottolineato che, anche se ora la Fondazione ha affidato a un gestore professionale e al Comune la conduzione dei propri beni museali, non significa che non abbia sempre privilegiato la cultura. Massimo Medica, ex direttore dei Musei d’Arte Antica ha invece rilevato che, se i nostri Musei erano un tempo all’avanguardia in Italia, oggi si presentano in ritardo nella loro organizzazione. Mauro Felicori ha concluso che, forte della sua esperienza, non ha individuato tra i Musei, in concreto, la volontà di fattiva collaborazione.