REDAZIONE BOLOGNA

I presidi in campo per insegnare il rispetto: "Anche le famiglie facciano la loro parte"

Le scuole italiane oggi osserveranno un minuto di silenzio per ricordare Giulia Cecchettin. Sabato, per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, le scuole si faranno sentire con iniziative volte a diffondere la cultura del rispetto.

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I presidi in campo per insegnare il rispetto: "Anche le famiglie facciano la loro parte"

Alle 11 la scuola si zittirà e per un minuto penserà a Giulia Cecchettin. Lo ha chiesto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ma le nostre scuole, tutte, lo avrebbero fatto comunque. "Dopo il silenzio, però, bisogna aprire le orecchie e parlare", avverte la preside del liceo Copernico Fernanda Vaccari. Silenzio oggi, ma sabato, per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, le scuole si faranno sentire. Dal liceo Fermi che è al lavoro "per inaugurare una panchina rossa nel giardino", rivela il preside Fulvio Buonomo; al liceo Galvani con la lettura, durante la prima ora, della poesia di Cristina Torres Ca´ceres ‘Se domani non torno’. Passando per la collaborazione tra liceo Sabin, Comune e Croce Rossa Italiana per due aperture pomeridiane durante i quali la Cri offrirà anche corsi sull’affettività e sulla sessualità. "Da anni nei nostri istituti teniamo progetti sull’educazione affettiva, sulle relazioni, sul genere e sul linguaggio", osserva la preside dell’Ic 12, Filomena Massaro la cui media Farini, alle 11, fermerà le lezioni. Un tema "che, negli ultimi tempi, è diventato pressante e su cui abbiamo concentrato la nostra attenzione". Le scuole, spiegano i presidi Buonomo, Vaccari, Rossella Fabbri del Sabin e Fabio Gambetti del Galvani, "sono in prima linea, ma occorre la collaborazione di tutti a cominciare dalle famiglie che sono fragili e i ragazzi lo sono ancora di più". Infine, il preside dell’Itcs Salvemini, Carlo Braga ha scritto ai suoi studenti: "Quanti di voi si sono informati e hanno riflettuto sull’accaduto? Quanti di voi ne hanno discusso, con gli amici, o in famiglia?". Bisogna "intervenire tutti sulle cause culturali che hanno determinato quanto accaduto con la consapevolezza che ognuno di noi è portatore di un messaggio culturale: ciascuno di voi, ora come adolescente e domani come adulto, può e deve diffondere la cultura del rispetto, superando la visione retrograda e primitiva, così diffusa nella componente maschile".

f. g.s.