Si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere i primi sei indagati sentiti ieri pomeriggio dalla giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Sarli per l’interrogatorio di garanzia dopo le misure cautelari emesse nel corso del blitz della Mobile per l’inchiesta antidroga al Pilastro, coordinata dal pm Roberto Ceroni (foto). Si tratta di posizioni ’minori’, cui sono contestate comunque diverse cessioni di cocaina.
Per Adam Kachouri e Rachid Boumahdi, difesi dall’avvocato Bruno Salernitano, Mohamed Taik (avvocato Flavia Sandoni), Azazi Hanni Hassan Attia (avvocato Matteo Longo), Mahdi Gafsi e Ossama Soltani (avvocati Luciano Bertoluzza e Filomena Chiarelli), i rispettivi legali hanno chiesto l’alleggerimento della misura con gli arresti domiciliari. La gip si è riservata.
Oggi toccherà sostenere gli interrogatori, tra gli altri, a Mario Di Martino e Sebastiano Paris, difesi dall’avvocato Simone Romano, e a Matteo Falcone, con l’avvocato Salernitano.
Falcone e Kachouri ieri mattina hanno sostenuto anche due distinti processi per direttissima, l’uno per essere stato trovato in possesso di cocaina durante la perquisizione contingente all’arresto e l’altro per resistenza a pubblico ufficiale: era lui infatti il destinatario della misura che martedì pomeriggio, avrebbe resistito ai poliziotti della sezione antidroga della Mobile che lo stavano controllando mentre erano impegnati in un sopralluogo propedeutico all’operazione, in via Deledda. In quel contesto quattro suoi amici, per impedire il lavoro dei poliziotti, li hanno aggrediti prendendoli a bottigliate e ferendone due. In entrambi i casi sono stati concessi i domiciliari.
f. o.