I ricordi bolognesi in un documentario

I ricordi bolognesi  in un documentario

I ricordi bolognesi in un documentario

Quando aveva otto anni, la mamma la portò al cinema a vedere un film su Giovanna D’Arco. Tornata a casa, Silvana Strocchi, iniziò a provare le battute davanti allo specchio e a dire a tutti che avrebbe fatto l’attrice da grande. Non solo, aveva allestito un teatrino con le lenzuola: lei scriveva i testi e li faceva recitare alle sue compagne di scuola. Inizia così la vita sul palcoscenico dell’attrice, sceneggiatrice e regista (82 anni) che ha intrecciato quella di Dacia Maraini, Luigi Gozzi, Gabriele Marchesini, ma anche Federico Fellini e Pupi Avati. Andrea Gioacchini la racconta nel documentario ’Non era un sogno’, in programma oggi alle 18 al cinema Lumière (Piazzetta Pasolini 2b), alla presenza della protagonista e del regista. Domenica alle 20,30, invece, il teatro Dehon (via Libia 59) organizza una serata speciale per la presentazione del documentario. Al termine, seguirà il film di Strocchi ’La gatta’.

Strocchi, i ricordi della sua vita diventano un film. Rifarebbe tutto?

"Tutto sommato, sì. Dal punto di vista artistico, guardando quello che sono riuscita a realizzare, sono soddisfatta. Ho vissuto per l’arte e di arte senza mai arricchirmi. Certo, se avessi fatto un po’ più di soldi sarei ancora più soddisfatta...".

La soddisfazione più grande?

"Aver potuto lavorare nei luoghi della città che amo molto. Nella basilica di Santo Stefano, per esempio, ho realizzato progetti che hanno portato il mio teatro poesia alla ribalta di Bologna".

Amalia Apicella

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