Bologna, i Ris nella stanza in 3D di Kristina: giallo risolto con la realtà aumentata

La scena del delitto ricostruita utilizzando un software e le foto fatte tre anni fa dalla Scientifica dell’Arma

Bologna, 31 luglio 2022 - Un software all’avanguardia, in dotazione al Ris di Parma, per entrare, a distanza di oltre due anni, nella stessa stanza del delitto. La realtà aumentata è venuta in soccorso dei carabinieri, nella complessa indagine sulla morte di Kristina Gallo, la ventisettenne ritrovata senza vita in un appartamento di via Andrea Da Faenza il 26 marzo del 2019. Per quella morte, che a lungo era rimasta un mistero, adesso c’è un uomo in carcere per omicidio: Giuseppe Cappello, 44 anni, ex compagno della donna.

Kristina Gallo aveva 27 anni quando, il 26 marzo del 2019 è stata ritrovata senza vita
Kristina Gallo aveva 27 anni quando, il 26 marzo del 2019 è stata ritrovata senza vita

Omicidio a Bologna, le minacce a Kristina: "Un giorno ti apro la testa, se mi va"

I militari dell’Arma hanno dovuto fare ricorso alle ultime frontiere della tecnologia investigativa per poter tornare sul luogo del delitto, ricostruendolo esattamente come era apparso ai primi operatori intervenuti il 26 marzo di tre anni fa. E questo perché l’abitazione dove Kristina viveva in affitto con il suo rottweiler, dopo la morte di lei e la richiesta di archiviazione da parte della Procura nel novembre 2019, era stata dissequestrata e restituita ai proprietari.

Ma per nuove indagini era fondamentale riuscire a tornare in quel luogo, cristallizzare la scena: così gli specialisti del Ris, acquisite tutte le immagini e i rilevamenti effettuati il giorno del ritrovamento del corpo dalla Scientifica dell’Arma, hanno ricostruito con il sofisticato software, in ogni minimo dettaglio, la stanza. Con il corpo di Kristina nella posizione in cui era stato trovato, le distanze tra i mobili e le pareti, le condizioni esatte di ogni particolare, dai vestiti alle siringhe di insulina, dalla finestra aperta agli indumenti intimi strappati e buttati sul pavimento. Una volta pronta, la stanza è stata di nuovo visitata dagli esperti, che come in un vero locale si sono potuti muovere in quello spazio, toccare mobili, cercare tutto quello che poteva essere sfuggito.

La relazione di quella visita virtuale è stata redatta il 15 gennaio scorso. "Dall’esame complessivo degli atti a disposizione – si legge nell’ordinanza del gip Roberta Dioguardi –, dai rilievi fotografici, dalle relazioni medico-legali, dalle elaborazioni fotogrammetriche e dalle risultanze ottenute dalle tracce rinvenute sui reperti in sequestro", gli investigatori hanno concluso come "la vittima era già con gli indumenti intimi indossati", che in un momento successivo le sarebbero stati strappati. E il materiale genetico ritrovato su slip e reggiseno "è stato ritenuto attribuibile alla vittima e a Cappello". Lo stesso profilo genetico di lui è stato poi ritrovato sotto l’unghia del mignolo della mano sinistra.

"Successivamente – continua l’ordinanza – la vittima perdeva conoscenza e in tale contesto sarebbe stata graffiata sul torace, sul dorso e sugli arti ad opera del cane, che cercava di ridestarla". Poi, secondo l’accusa, l’assassino l’avrebbe sistemata sotto al letto, forse nel tentativo di nasconderla, trovando però una resistenza nelle scatole poste sotto alla rete. "In un secondo momento – conclude la perizia – la vittima veniva posta nella posizione di ritrovamento. In questa fase non è possibile accertare se fosse ancora viva o meno".

Un esame che ha portato gli investigatori a concludere che "la posizione finale in cui veniva rinvenuto il cadavere non poteva essere quella in cui Kristina Gallo era deceduta". E questo perché "l’ispezione esterna della superficie corporea aveva evidenziato lesioni anche in sedi non attingibili dagli artigli del cane. Si concludeva, quindi – dice quindi il gip Dioguardi nell’ordinanza di custodia cautelare di Cappello –, che fosse estremamente improbabile che il corpo avesse raggiunto da solo, in seguito a spasmi, o per opera del cane, tale posizione". Domani l’indagato, che si è sempre detto estraneo alla morte di Kristina, potrà dare la sua versione.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro